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UN ANNO DI "UNA STANZA TUTTA PER SÉ"

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Martedì 22 novembre alle ore 12,00 si è svolta la visita alla stanza realizzata lo scorso 25 novembre presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Rimini

L'inaugurazione in piena crisi pandemia non aveva permesso alle socie del club di visitare la stanza, ad un anno di distanza cogliamo l'occasione per incontrare i referenti dell'arma ed avere un primo feedback sull'utilizzo della stanza

UN ANNO DI "UNA STANZA TUTTA PER SÉ"

Un posto sicuro per sentirsi accolte, protette e ascoltate: compie un anno "Una stanza tutta per sé" di Rimini, lo spazio per la prima accoglienza di donne e soggetti vittime di violenza, realizzato nell'ambito dell'omonimo percorso promosso da Soroptimist International – Club di Rimini, insieme al Comando Provinciale dei Carabinieri di Rimini e con il contributo della Provincia.

Le socie del Soroptimist Club di Rimini, oggi martedì 22 novembre, in occasione del mese delle iniziative organizzate in concomitanza con la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, hanno visitato la stanza al Comando Provinciale dei Carabinieri di Rimini, cogliendo l'opportunità di fare il bilancio di un anno di utilizzo.

Lo spazio rappresenta un importante luogo di ascolto per tutti i e soggetti vulnerabili, vittime di violenza e maltrattamenti, con la presenza di personale specializzato dell'Arma, disponibile a raccogliere le loro denunce e le loro testimonianze in un ambiente riservato e confortevole.

Al riguardo il Col. Mario La Mura, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Rimini, ha dichiarato:

"Ad un anno di distanza dalla realizzazione della stanza in città, in aggiunta alle altre due presenti nelle caserme della provincia (dall'8 giugno 2018 presso la Tenenza di Cattolica e dal 27 novembre dello stesso anno nella Compagnia di Novafeltria) mi preme evidenziare la grande soddisfazione per l'implementazione del progetto "Una stanza tutta per sé", grazie al quale il personale impegnato nella violenza di genere ha potuto ricevere le vittime al di fuori degli schemi classici di un ufficio di una caserma ed ha operato potendo contare sulla disponibilità di speciali attrezzature tecniche e di tutte le comodità del caso. E si è notato che, in circostanze come quelle in disamina, la serenità dell'ambiente che ti accoglie e la professionalità dell'operatore di polizia sono fattori che non possono prescindere l'uno dall'altro.

In particolare, la possibilità di poter disporre anche presso questo Comando Provinciale di una stanza opportunamente arredata per sostenere la donna nel delicato ed incisivo momento della denuncia di violenze e abusi, ha consentito di poter loro garantire un ambiente certamente più adeguato e capace di trasmettere una sensazione maggiormente familiare ed attenta verso le sofferenze subite.

La contestuale presenza di giochi e complementi di arredo per bambini, ha altresì permesso la gestione e la compresenza nella fase dell'ascolto di figli minori, con un approccio meno traumatizzante e formale all'interno di un sedime militare.

Il progetto, di fatto, unitamente alla sinergica attività diuturnamente portata avanti dalle associazioni di riferimento e centri antiviolenza, capaci di avvicinare le vittime, assistendole ed incentivandole a denunciare le violenze subite, ha permesso sino ad oggi l'audizione e gestione in ambiente protetto di circa venti casi, di cui uno, in particolare, alla presenza dei figli minori, decontestualizzati dal negativo ambiente familiare.

L'iniziativa riveste grande rilievo sociale anche per questa realtà cittadina, dove proprio nell'ultimo anno, successivamente all'avvento della pandemia ed alle restrizioni imposte dai periodi di lock-down, si è assistito ad un aumento dei casi di violenza nei confronti di donne e soggetti deboli, tre dei quali culminati in efferati episodi di cronaca.

In questo contesto, peraltro, l'Arma dei Carabinieri, da sempre sensibile alla tematica, sta proseguendo l'attività di selezione e formazione del personale che in maniera più specialistica fronteggia questa vera e propria piaga sociale, e altri militari di Rimini saranno formati nel prossimo futuro, allo scopo di dare qualità al primo intervento che, quasi giornalmente (purtroppo, aggiungerei), tutti i Carabinieri del territorio sono chiamati ad assicurare, nelle valli Conca e Marecchia così come nella fascia costiera della provincia.

"Sapere che il progetto che abbiamo pensato e realizzato anche grazie ad un importante lavoro di collaborazione con l'Arma e la Provincia di Rimini e con gli studenti del LABA Rimini, è di grande importanza per il sostegno alle donne e di soggetti vulnerabili – spiega Gabriella Vitri Presidente del Soroptimist International Club di Rimini – per noi è un segnale significativo. Dobbiamo lavorare insieme, associazioni, istituzioni, scuole e famiglie per cambiare e sradicare mentalità e comportamenti inaccettabili e che non devono essere tollerati in nessun modo. Solo così potremo finalmente davvero cambiare le cose".

"Una Stanza tutta per sé" di Rimini, che ha anche un angolino con i giochi per i figli delle donne che accedono, è stata realizzata anche con la collaborazione degli studenti del corso di fotografia della Libera Accademia di Belle Arti di Rimini, coinvolti, attraverso un apposito bando del Soroptimist di Rimini, per la realizzazione di opere artistiche che andassero a completare negli arredi e nei contenuti lo spazio dedicato così da renderlo più intimo e funzionale.

Il Soroptimist International, in tutta Italia, fino ad oggi ha consegnato alle forze dell'ordine 195 fra stanze e appositi kit che i carabinieri possono utilizzare per raccogliere le testimonianze anche fuori sede e quindi essere il più vicino possibile alle donne che chiedono aiuto per una violenza subita.

All'incontro è intervenuta anche la vicepresidente del Centro Antiviolenza "Rompi il Silenzio" di Rimini, Giada LAMI.


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