Soroptimist
search

"Modi e mode" un percorso al femminile tra doti e prammatiche suntuarie anconetane dal secolo XIV al XIX.

copertina1-4-leggi-suntuarie
chevron_left
chevron_right
  • Club: Ancona
  • Autore: Paola Castellucci
  • Ultima modifica: Novembre 2015

La ricchezza del Soroptimist è costituita dal valore delle socie, la peculiarità di tale ricchezza è la varietà delle professioni e delle formazioni culturali rappresentate nel club che consentono di dire la nostra, con alta professionalità, sui temi più significativi della vita sociale.

L’esistenza stessa del club è espressione dell’emancipazione delle donne nella società, impegnate nel proprio lavoro, libere di manifestarsi anche nel “modo” di “abbigliarsi”.

Non è sempre stato così!

Nei secoli passati la donna era insignificante per una società di uomini, costretta a mostrare la propria collocazione sociale anche attraverso il modo di vestire.

Le regole dettate sia dalla religione sia dal potere politico erano rigide e consideravano la donna, soprattutto se appartenente alle classi più basse, alla stregua di complementi, costrette entro limiti, estetici, psicologici e morali, tranne per poche eccezioni.

E’ stato condotta una ricerca nelle fonti documentarie relative alla storia del costume nei secoli XI-XIX, con particolare attenzione alle normative, regolamenti che nel tempo hanno disciplinato il modo di vestire ed acconciarsi della società di Ancona, le cosiddette leggi chiamate suntuarie (leggi limitative degli eccessi del lusso dal latino sumptus – spesa e sumere – prendere).Queste leggi ci mostrano con estrema chiarezza quanto, nei secoli passati, la vita fosse diversa, scandita da regole ferree e limitanti la libertà di espressione femminile in ogni campo; la donna era relegata al ruolo di presenza eterea, passiva e materna.

La ricerca si è concentrata sulla documentazione conservata presso l’Archivio di Stato di Ancona, depositario della memoria della città e del suo territorio.

Riflettere su queste leggi ci ha fatto comprendere quanta preziosa indipendenza ed autonomia noi donne abbiamo conquistato. Non è solo libertà di vestire di un colore piuttosto che di un altro senza che questo ci connoti, ma è anche la libertà di metterci un cappello o non portare i guanti o ancora di mettere i tacchi a spillo o le ballerine senza che nessuno ci additi o ci classifichi con uno sguardo.

Come sempre la storia è fonte di grandi insegnamenti, ed è nostro compito diffonderne la conoscenza.

Il senso di questa pubblicazione si riassume in questo semplice concetto: la libertà, l’affermazione delle idee e della identità di noi donne è passata anche attraverso il “modo” di vestire.

X