Un incontro tematico e museale con la relatrice Alessandra Baroni è stato attuato il 17 maggio 2024 dal club Arezzo in occasione della celebrazione in città del 450 esimo anno dalla morte del grande scrittore-scultore pittore Giorgio Vasari che ha lasciato segno indelebile nella storia italiana del Rinascimento e di cui Arezzo vanta i natali e numerose opere. Vasari, nato ad Arezzo nel 1511 e morto a Firenze nel 1574 nella sua città di nascita aveva comprato una casa dove albergava di ritorno dai suoi viaggi di lavoro: oggi la sua casa conserva moti suoi affreschi ed è diventata un museo.
Il club Arezzo ha programmato, su indicazione della presidente Maura Lodovici, un percorso in città sotto la guida di Alessandra Baroni, esperta di arte, per approfondire la conoscenza del grande Giorgio Vasari. Il 17 maggio alle ore 16,30 la presidente e le socie presenti si sono recate nella Chiesa della Badia delle SS. Flora e Lucilla che sorge accanto all'ex monastero, oggi plesso scolastico. Il primo edificio sacro fu realizzato agli inizi del duecento ma dopo la metà del secolo ne fu costruito uno più grande, a navata unica, nella fase di transizione dallo stile romanico a quello gotico. Nuovi lavori ci furono nel trecento e nella seconda metà del Quattrocento. Nel 1564, proprio sulla base del progetto di Giorgio Vasari ci fu un nuovo rimaneggiamento con l'aggiunta delle navate laterali, mentre il l restauro del 1914 mise in luce nella facciata la stratificazione della chiesa, ancora oggi uno degli scrigni d'arte più preziosi di Arezzo. Il percorso tra le opere di vari eccellenti artisti che la Baroni ha accennato ha portato poi alla visione della cosiddetta “Pala Albergotti”, ovvero una grande tavola di Giorgio Vasari formata da una parte centrale con la “Assunzione e Incoronazione della Vergine” del 1566, a cui nel 1570 furono aggiunti ai lati “San Donato” e “San Francesco” e nella centina della cornice monumentale otto tavolette con ritratti di sante. Quest'opera non si trovava in origine qui ma vi fu trasferita dalla Pieve di Santa Maria Assunta alla fine del 700 Tra 1562 e il 1564 Giorgio Vasari e i suoi collaboratori elevarono per l'altare maggiore della Pieve di Santa Maria Assunta il monumento sepolcrale che avrebbe accolto le sue spoglie, quelle della moglie e degli antenati, corredato nei diversi lati da dipinti su tavola con immagini di familiari e santi. Lì rimase fino al 1865, quando in seguito agli interventi che miravano a ripristinare l'aspetto medievale del luogo di culto, anche questo altare fu trasferito nella Chiesa della Badia Alessandra Baroni ha fatto nel contempo un exursus sulla vita del Vasari ,che deve,,rimasto orfano di padre a sedici anni, prendere il ruolo di capofamiglia e dunque adoperarsi per guadagnare il più possibile per provvedere alle necessità della famiglia e dunque dipinge pale per chiese. Aveva comunque già compiuto degli studi artistici per opera del cardinale Passerini e aveva stretto amicizia con Rosso Fiorentino e Salviati ma è grazie al suo ingresso presso la corte dei Medici che ,riesce ad acquistare fra il 1540-1548: una casa non grande ma che diventa fastosa posta in Borgo San Vito (oggi via XX Settembre) ; sono gli stessi anni durante i quali egli intrattiene contatti con l'ambiente culturale veneziano e con quello che a Roma gravita intorno al Cardinale Alessandro Farnese e ne è profondamente influenzato.
La visita è proseguita in casa Vasari. Nelle diverse sale ,affrescate tra il 1542 e il 1548, agiscono in primo luogo le suggestioni provenienti dall'ambiente culturale veneziano. Ciò è evidente in particolare nella Sala del Trionfo della Virtù e nel suo complesso apparato allegorico che fa perno sull'ottagono centrale del soffitto, in cui si intrecciano le tre figure rappresentanti la Fama, la Virtù e l'Invidia. Lo spettatore, mutando la propria posizione, riconfigura diversamente i rapporti fra la Virtù e la Fortuna e l'universo che ruota loro intorno e che è poi l'allegoria dell'artista che attraversa momenti alterni nella sua carriera. Durante i suoi soggiorni a casa, contemporaneamente alla sua decorazione, provvede anche a riorganizzare e a riconfigurare la sua personale storia e memoria: un processo testimoniato dalla stesura retrospettiva delle sue Ricordanze e dall'attenta conservazione delle sue carte, e culminante nella seconda edizione delle Vite e nell'Autobiografia (1568) che suggella una vita straordinaria, consapevolmente dedicata a “lasciar fama e dilettar l'ingegno”.
Vasari non manca di annotare nelle sue Ricordanze i lavori eseguiti nella sua casa aretina per cui ciò che manca, dovuto a rimaneggiamenti e sottrazioni varie compare nei suoi scritti ,
Per quanto artista rinascimentale di pregio ,Vasari deve la sua fama maggiore al “trattato delle vite de'più eccellenti pittori, scultori e architettori italiani” in cui non solo esamina le produzioni artistiche di oltre 160 artisti, ma tratta le varie tecniche da utilizzare per realizzare l'opera d'arte;parte delle quali figurano negli affreschi parietali del salone centrale
Alessandra Baroni ha illustrato ampiamente le peculiarità di questo artista poliedrico che lasciò tracce in tutta Italia, anche se la nostra visita ha riguardato solo quanto sopra esposto.
La serata si è conclusa con un'apericena conviviale presso il caffè Sugar dove le socie hanno avuto modo da confrontare opinioni ed osservazioni in merito all'attività svolta e confermare il loro rapporto amicale.