Nell'ambito del progetto di celebrazione del centenario del SI il Club Arezzo ha donato al Comune tre esemplari di "Evodia Tetradium Daniellii" comunemente nota come "Albero del miele", pianta dall'alto potere mielifero.
Alla piantumazione ufficiale svoltasi nella Fortezza medicea il 2 dicembre, con apposizione di una targa, hanno presenziato la Presidente del Club Barbara Magi e l'assessore alle Opere pubbliche, manutenzione decoro urbano e mobilità del Comune di Arezzo, Alessandro Casi.
Come anticipato a giugno nell'incontro con l'ing. Serena Chieli sul verde pubblico e preannunciato nella serata conviviale di apertura dell'anno sociale 2021/2022 dall'assessore Alessandro Casi, è stata effettuata la piantumazione dei tre esemplari di Evodia, donati al Comune dal Club Arezzo nell'ambito del Progetto Nazionale "Oasi delle Api" promosso per il Centenario Soroptimist International 1921-2021. Alla messa a dimora nell'area della Fortezza medicea cittadina è seguita una piccola cerimonia ufficiale con apposizione della targa che ricorda la donazione.
L' Evodia (Tetradium Daniellii), meglio conosciuta come "albero del miele", per la sua ottima produzione nettarifera, è una pianta originaria dell'Asia orientale: versatile e adattabile, cresce bene in tutte le regioni d'Italia: l'apparato radicale si sviluppa in profondità, per cui non teme i lunghi periodi di siccità né le basse temperature invernali.
La particolarità che la rende così speciale è che fiorisce tra la seconda metà dell'estate e il primo autunno, a seconda delle zone, mantenendo a lungo la sua bella fioritura, ornamentale.
I fiori di questa pianta, piccole "ninfee" bianche che si raggruppano in infiorescenze fino quasi a sembrare un unico grande fiore, oltre a essere durevoli e di bell'aspetto, sono una risorsa inimitabile per le nostre amiche api: con il nettare di soli tre fiori di evodia, ognuna di queste piccole operaie completa il rifornimento della sacca melaria e può tornare in breve all'alveare per il deposito (per quanto riguarda le altre specie mellifere, si tratta di visitare dai quaranta agli ottanta fiori). Tali gruppi di fiori contano sia quelli maschili che femminili: non vi è dubbio, dunque, che vengano impollinati.
Oltretutto, la fioritura tardiva e duratura rende disponibile il nettare quando il polline delle altre piante ormai scarseggia.
Insomma, una pianta unica e indispensabile per le api, per gli apicoltori e per l'ambiente. La donazione riveste quindi un gesto dall'alto valore ecologico che è stato molto gradito.