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Il linguaggio d'odio on line

conversazione con Susi Ronchi, fondatrice della Sezione sarda di Giulia

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Il Club Cagliari ha ricordato la Giornata internazionale per i diritti delle donne con una conversazione di Susi Ronchi, fondatrice della Sezione sarda di Giulia Giornaliste, dedicata al tema del linguaggio di odio online e alle ragioni per cui le donne sono le principali vittime della violenza verbale sul web. Erano presenti alcuni media, in particolare la RAI e Tele Sardegna, che hanno intervistato la relatrice e ripreso parte dell'incontro. I relativi servizi sono apparsi sui rispettivi tg ragionali. Al termine della conversazione, e in adesione alla Campagna SIE, abbiamo camminato con scarpe diverse, riprese da un bel video silenzioso ma molto significativo, girato da Carla Sanjust.       

Per vedere il video clicca qui

L'8 marzo non rappresenta tanto un'occasione di festeggiamenti quanto un momento di riflessione e di messa a punto dello stato dei diritti delle donne nel mondo e dei fattori di compressione di quei diritti. 

In questo contesto, l'hatespeech che si sviluppa sui social rappresenta indubbiamente un nervo scoperto, un attentato violento alla libertà delle donne e al processo di parità. Colpisce soggetti o gruppi di soggetti ritenuti inferiori, non autorevoli ma pericolosi, e tra questi, le donne, come dimostrano le inquietanti statistiche di VOX mostrate da Susi Ronchi. Le donne sono costantemente ai primi posti in questa triste graduatoria, perché vengono avvertite come esseri non autorevoli, buone solo a procreare e a occuparsi della casa, funzionali a esigenze maschili. E per questo il linguaggio d'odio nei loro confronti si esprime costantemente con insulti sessisti, che fanno riferimento alo oloro aspetto fisico (c.d. bodyshaming) o alla loro sessualità, anche quando sono accusate di incompetenza e incapacità.

I danni sono incalcolabili: alla serenità e all'integrità fisica e psichica delle donne direttamente colpite, ma più in generale, al processo di parità. Le campagne di odio sui social infatti bersagliano spesso donne impegnate e conosciute, che manifestano apertamente e con successo le loro opinioni (esponenti della politica, giornaliste, scienziate, attiviste) e mirano evidentemente a "silenziarle". Ne sanno qualcosa Liliana Segre, Elsa Fornero, Emma Marrone, Antonella Viola, Laura Boldrini. Ma il fine ultimo è quello di zittire con loro tutte le altre donne, soprattutto le giovani, che vorrebbero intraprendere percorsi simili e invece sono indotte ad autocensurarsi, a non uscire allo scoperto, a non impegnarsi, per paura di finire nel circuito infernale delle campagne denigratorie. 

https://www.castedduonline.it/camminare-con-scarpe-diverse-per-la-parita-di-genere-la-campagna-del-soroptimist/

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