Sabato 22 maggio il Club ha organizzato una visita guidata al Cimitero monumentale di Bonaria: un museo a cielo aperto che offre opere di notevole importanza.
Spiccano le creazioni di Giuseppe Sartorio, protagonista dell’arte funeraria nell’Italia tra XIX e XX secolo. Meritano inoltre attenzione le opere di scultori quali Giovanni Battista Trojani, Agostino Allegro, Giovanni Pandiani, Ambrogio Celi, Enrico Genuggi, Cosimo Fadda, Pippo Boero, Giacomo Bonati, Giovanni Battista Villa, Vincenzo Vela, Sisto Galavotti, Tito Sarrocchi, Andrea Valli, Federico Casanova, Francesco Ciusa, Franco D’Aspro, Dino Fantini. Da notare anche le opere dei pittori Guglielmo Bilancioni, Domenico Bruschi e Filippo Figari.
Nel 1968 il consiglio deliberò di non rilasciare più concessioni per nuove sepolture nel cimitero di Bonaria.
Nel mese di marzo del 2011, il Ministero dei beni e delle attività culturali lo ha dichiarato “cimitero monumentale”.
All’interno del complesso oggi si svolgono attività di valorizzazione e di divulgazione del patrimonio storico culturale che qui è custodito. Visite guidate, conferenze e laboratori possono così mantenere vivo un tesoro di memorie da far conoscere e apprezzare ai cittadini cagliaritani e ai turisti.
L’origine del cimitero di Bonaria rimanda all’epoca della grave epidemia di colera che colpì Cagliari nel 1816. La città contava allora circa 12.000 abitanti: in quattro mesi morirono 583 persone. Un numero così alto di salme finì per mettere in crisi la consuetudine delle inumazioni all’interno delle chiese o altri luoghi consacrati. Inoltre, esigenze di ordine igienico-sanitario imponevano che i morti fossero tenuti lontani dai luoghi frequentati. La città adottò, quindi, le norme emanate da Napoleone Bonaparte nel suo editto di Saint-Cloud (1804), stabilendo che i cadaveri fossero sepolti fuori dalle mura cittadine.
Alle appendici del colle di Bonaria fu individuato il sito adatto a ospitare il nuovo camposanto. I lavori, a cura del Capitano del Genio Militare Luigi Damiano, vennero completati sul finire del 1828 e il cimitero benedetto il 28 dicembre dello stesso anno dall’ arcivescovo Nicolò Navoni. La prima sepoltura avvenne il 1 Gennaio 1829.
L’espansione della città comportò ben presto successivi ampliamenti delle aree. Uno di questi interventi venne affidato all’architetto Gaetano Cima, che firmò il progetto della serie di tombe che dalla base del colle salgono fino alla sua sommità. Diventarono note col nome di “gradoni Cima”.
Dalla seconda metà dell’Ottocento ai primi decenni del Novecento numerose sepolture, in particolare di famiglie nobili e della borghesia, furono accompagnate da preziose sculture in una varietà di stili che spazia dal neogotico al neoclassico e al liberty.