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Spettacolo teatrale Amor condusse Noi ad una morte

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Il Club di Cagliari ha celebrato il 25 novembre con uno spettacolo tenutosi nel Palazzo Siotto per finanziare un corso di alfabetizzazione digitale rivolto a sette bambine ospiti di una casa famiglia, provenienti da contesti familiari segnati da violenze. Lo spettacolo è consistito nella lettura dei versi danteschi dedicati a Francesca da Rimini, Pia De'Tolomei e Piccarda Donati, che 700 anni fa sperimentarono la violenza familiare, intervallata da brani musicali dal vivo e seguita da due dialoghi contemporanei, opera di Serena Dandini, che rappresentano le attuali dinamiche della relazione violenta. La conclusione è che il fenomeno, basato su una idea distorta di amore-possesso, non è mutato.

Lo spettacolo di letture dantesche e contemporanee, sapientemente alternate a brani musicali eseguiti dal vivo, che il nostro club ha proposto quest'anno per celebrare il 25 novembre si innesta in una riflessione ormai matura che da tempo coniuga gli aspetti personali e sociali del fenomeno con iniziative concrete di contrasto e di rimedio ai traumi che la violenza porta con sé: per le donne che ne sono vittima, quando sopravvivono, e per i loro familiari.

Il progetto di quest'anno mira a consegnare ad alcune bambine vittime di maltrattamenti, che cercano faticosamente un posto "normale" nel mondo, una serie di competenze e abilità digitali di base che le aiutino, in una società sempre più informatizzata, a raggiungere su questo terreno una condizione di parità con le coetanee e i coetanei normoinseriti.

Dopo i saluti del prof. Aldo Accardo, presidente della Fondazione Siotto che ci ha ospitato, e la presentazione dell'evento da parte della presidente del club Maria Alessandra Pelagatti, lo spettacolo si è sviluppato con le letture di Rossella Faa, attrice professionista che con estrema generosità ha accettato di offrire il suo determinante contributo, e di Gilberto Ganassi, nella vita magistrato impegnato proprio nel contrasto ai reati di maltrattamenti in famiglia, di abuso sessuale, di stalking.

L'esecuzione dei brani musicali è stata affidata al gruppo Alternòs, composto da Daniele Caria, Paolo Loi e Luigi Sanna, impegnati nella vita in tutt'altre professioni ma anche musicisti raffinati e autori di musica e testi di quasi tutti i pezzi eseguiti. Anche Rossella Faa ci ha regalato al termine dello spettacolo una canzone da lei composta, un invito alle donne a superare le paure che da sempre le attanagliano e che in tanti casi nascono proprio da relazioni affettive disturbate.

Nei versi dedicati a Francesca da Rimini, a Pia De' Tolomei e a Piccarda Donati, commentati mirabilmente da Gilberto Ganassi, Dante ci offre uno spaccato preciso del fenomeno della violenza contro le donne nel suo tempo, dimostrando ancora una volta una sensibilità e una modernità straordinarie e la capacità di cogliere in vicende distinte un fattore comune e identitario, quello della diseguaglianza uomo - donna in ambito familiare.

Francesca, Pia e Piccarda infatti rappresentano tutte e tre altrettanti progetti di amore e libertà soffocati da stretti congiunti in nome di una tradizione familiare che vede nella donna un essere senza diritti e senza libertà, un'entità amorfa che può essere eliminata, spostata o rimossa ogni qualvolta disturbi i disegni degli uomini di casa.

Ma non diverso è il quadro che emerge dai dialoghi contemporanei tra il violento del nostro tempo e la sua vittima, tratti dal libro di Serena Dandini intitolato "Ferite a morte": dal confronto immaginario tra autore e vittima di violenza dopo l'uccisione di lei emergono le inquietanti dinamiche della relazione amorosa dominata dalla sopraffazione: la colpevole è lei, che non ha assecondato il modello di donna vagheggiato dal suo carnefice, lo ha provocato, non gli ha obbedito.

In definitiva, il confronto tra le letture dantesche e i dialoghi ambientati nel nostro tempo dimostra con chiarezza che le Francesche, le Pie, le Piccarde di oggi purtroppo non sono molto diverse dalle loro antenate: le radici culturali e la trasversalità della violenza contro le donne, in particolare quella che si sviluppa all'interno di relazioni affettive, sono rimaste immutate, e le dimensioni del fenomeno tendono addirittura a crescere, come dimostra il numero di vittime di femminicidio, ben 108, registrato in Italia, finora, nel 2021.

E tuttavia è profondamente cambiata – e il nostro spettacolo, svoltosi in una atmosfera "sospesa" e intrisa di forti emozioni, lo ha pienamente dimostrato – la consapevolezza collettiva della violenza e, insieme, la determinazione a combatterla con una svolta radicale che deve coinvolgere tutta la società civile, e in particolare la scuola, le famiglie, i media.


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