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Il coraggio delle donne afghane

Diamo loro voce

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L'Incontro con i giornalisti e reporter Francesca Morandi e Marcello Pastonesi ha avuto luogo mercoledì 24 novembre presso la sala Consiliare della Fondazione Città di Cremona, Palazzo della Carità, piazza Giovanni XXIII.. I due giornalisti hanno parlato delle loro esperienze in Afghanistan, avvenute in momenti molto lontani tra loro


Due Afghanistan completamente diversi sono emersi dalle parole di Francesca Morandi, giornalista del giornale La Provincia e corrispondente del Corriere della sera, socia del Club Cremona e di Marcello Pastonesi, fotografo e regista di documentari. 

Ha aperto l'incontro la Presidente Elisabetta Bondioni che, dopo un saluto e un ringraziamento agli intervenuti, ha illustrato i programmi del Club per "Orange the world, 16 giorni di attivismo contro la violenza", campagna internazionale promossa da UN Women a cui il Soroptimist aderisce. Ha quindi dato la parola a Francesca Morandi. 

Con profonda commozione la giornalista  ha ricordato il suo soggiorno a Kabul e a Herat nel 2006, ospite dell'esercito italiano durante la missione ISAF. Nella memoria di Francesca sono rimasti indelebili i sorrisi, la felicità di quelle che chiama le sue bambine, giovani donne che cominciavano solo allora a poter sperare di veder riconosciuti quei diritti, allo studio, al lavoro, persino a conseguire la patente, per così lungo tempo negati, come pure l'entusiasmo dei bimbi, maschi e femmine alla consegna della scuola costruita dall' esercito italiano, segno della consapevolezza che solo l'istruzione avrebbe potuto portar loro un futuro migliore

Il ricordo delle donne da lei incontrate, intelligenti, determinate, piene di speranza diventa doloroso al pensiero della situazione in cui si trova ora l'Afghanistan e della sorte alla quale  quelle giovani coraggiose potrebbero essere andate incontro.

Nei suoi due viaggi in Afghanistan, uno nel 2012, l'altro nel 2021, proprio nel  momento dell'evacuazione del paese, Marcello Pastonesi ha visto invece un altro mondo. Nel 2012 perché di stanza con l'esercito italiano in un luogo pericoloso e apparentemente deserto, nel 2021 perché la situazione si era fatta spaventosamente drammatica. 

Arrivato con Monica Maggioni a Kabul quando tutti gli altri giornalisti erano già stati evacuati, Pastonesi è stato testimone della disperazione della popolazione che premeva sull'aeroporto nella speranza di potersi imbarcare in uno degli aerei che in continuazione decollavano dalle piste e dello smarrimento e sfinimento dei funzionari e dei soldati addetti all'evacuazione. Due gli episodi che lo hanno profondamente scosso: il vedere le madri che, attraverso la recinzione, passavano i loro bambini ai soldati americani e l'attentato dell'Isis, che ha fatto 95 vittime. Pastonesi e la Maggione erano stati proprio in quella zona solo due ore prima e con profondo smarrimento si sono resi conto che molte delle persone che vi avevano incontrato dovevano essere morte.

Pastonesi ha poi voluto parlare della "rotta balcanica", la strada attraverso la quale gli afghani tentano, a piedi, la fuga verso l'Occidente. Una strada a dir poco ardua, che finisce spesso in campi di accoglienza dove la vita è molto dura, quando non col pagamento di una cospicua somma di denaro ai c.d. passeur, che li aiutano a entrare clandestinamente in qualche paese occidentale.


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