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La prospettiva delle donne

nei campi per Displaced Persons dopo la seconda guerra mondiale

La
  • Club: Cremona
  • Autore: Graziella Baldaro
  • Ultima modifica: Gennaio 2022

Le storie del DP Camp IT82 di Cremona (1945-1948)


In allegato invito

In occasione della giornata della memoria il Soroptimist Club di Cremona ha organizzato un incontro con la dottoressa Monica Feraboli, bibliotecaria della Biblioteca del Seminario Vescovile, che da anni studia i campi per Displaced Persons costituitisi alla fine della seconda guerra mondiale.

I Displased Personos Camp sono luoghi in cui trovano ospitalità, in attesa di poter raggiungere una sistemazione definitiva, coloro che sono in situazioni di grave pericolo a causa di guerre o di violazione dei diritti umani. In particolare i DP camp alla fine della seconda guerra mondiale accolsero principalmente, anche se non esclusivamente, ebrei sopravvissuti alla shoah, che sarebbero poi emigrati in Israele o in altre nazioni. Posti in essere da inglesi e americani, in collaborazione con la comunità ebraica, richiesero uno sforzo notevolissimo sia dal punto di vista organizzativo che economico: si trattava infatti di ospitare migliaia di persone in gravi condizioni fisiche e psichiche e il più rapidamente possibile, tanto che il problema logistico fu risolto anche riconvertendo in DP camp alcuni campi di concentramento. Furono attivi dal 1945 al 1957.

In Italia i DP camp furono numerosi. Tra questi a Cremona il campo IT82, sito nel Parco dei Monasteri, fu attivo dal 1945 al 1948.

Le ricerche della dott.ssa Feraboli hanno messo in luce la grande capacità organizzativa, cui collaborarono anche le autorità locali, di cui il camp di Cremona diede prova, con l'istruzione per i bambini, dal kindergarden alla scuola elementare, con i laboratori e corsi di qualificazione per adulti, con l'istituzione di un presidio medico permanente e con la possibilità di ricovero per i casi più gravi e le numerose nascite presso l'Ospedale Maggiore e presso le cliniche San Camillo e Ancelle della Carità. Ma la relatrice ha anche sottolineato le difficoltà affrontate dai residenti, dovute principalmente alla struttura del luogo, con i rifugiati ospitati in enormi camerate, alla periodica mancanza di energia elettrica e, in inverno, alla scarsità del riscaldamento.

Difficile anche fare una stima esatta del numero delle persone che transitarono a Cremona, dato il continuo avvicendamento dei rifugiati.

Ma l'attenzione della dott.ssa Feraboli si è concentrata soprattutto sulle donne che furono ospitate nei DP camp. Donne che riuscirono a mantenere il loro ruolo tradizionale di organizzatrici della vita familiare, ma che si trovarono spesso a dover assumere anche quello, invece tradizionalmente maschile, di protezione contro le avversità, donne che avevano vissuto l'orrore e perso tutto, famiglia, casa, patria, ma che trovarono la forza di ricostruirsi un futuro: innumerevoli i matrimoni all'interno dei campo, magari con la sposa in un bellissimo abito confezionato con la stoffa di un paracadute, innumerevoli le nascite, segno del bisogno della sicurezza di una famiglia, del ritorno alla sessualità, alla normalità; donne coraggiose che avevano preso parte alla resistenza e aiutato per anni gli ebrei rifugiatisi nei boschi; donne che hanno poi sentito il bisogno di raccontare il loro terribile passato, lasciandoci preziose testimonianze.

Una rinascita di cui le donne, furono chiaramente protagoniste assolute.

La dott.ssa Feraboli ha poi concluso augurandosi che si possa continuare ad approfondire questa vicenda storica, finora quasi ignorata. 

Qui di seguito il video dell'evento

.https://www.youtube.com/watch?v=IRHPCrJnPyU


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