Secondo incontro
Il Club Firenze in collaborazione con l'Associazione AgriCult, ha organizzato, nell'ambito del Progetto "Oasi delle Api – Centenario Soroptimist", la seconda giornata di studio.
Sono intervenute: Francesca Romana Dani, naturalista, con la relazione La grande biodiversità degli apoidei; Vilma Baricalla, filosofa, e saggista, con la relazione La filosofia e il mondo meraviglioso delle api. Pensieri sulla natura e sul mondo vivente
Allegati la locandina e l'articolo uscito sul quotidiano La nazione (18/11/2022)
Nell'ambito del Progetto "Oasi delle Api" sponsorizzato dall'Unione italiana Soroptimist per ricordare i 100 anni dalla fondazione del Soroptimist International, il Club Firenze presente in città dal 1949, ha organizzato, nella bellissima cornice di via delle Campora dove opera l'Associazione AgriCult, un incontro su "Le Api tra scienza, filosofia ed ecologia". E' intervenuta Francesca Romana Dani del Dipartimento di biologia dell'Università di Firenze, naturista, esperta di biodiversità, di insetti sociali e di apoidei selvatici, spiegando come le api, in particolare le api da miele, appartenenti ad una delle 20.000 specie degli imenotteri apoidei, sono considerate i pronubi per eccellenza per il loro lavoro di trasporto del polline da un fiore all'altro. Ciò permette l'impollinazione, un servizio ecosistemico che contribuisce largamente allo sviluppo dell'agricoltura. La famosa frase pronunciata o attribuita ad Albert Einstein che profetizzava, nel caso della scomparsa delle api, solo quattro anni di vita della specie umana, sta alla base del fondamentale rapporto fra queste instancabili lavoratrici e l'equilibrio ambientale. Vilma Baricalla, filosofa, ha affrontato l'argomento della biodiversità inquadrandolo in un'ottica più ampia. Oggi la visione ecologica concepisce la natura come un sistema di relazioni, dove tutto è interconnesso in un unico sistema integrato. Ciò obbliga ad estendere lo sguardo oltre il genere umano, tenendo comunque conto di ogni singolarità. Di qui la necessità di imparare a rapportarci alla natura non solo con rispetto, ma altresì con stupore e ammirazione. Ogni vivente, infatti, ha un suo mondo che non sempre l'uomo riesce a penetrare e ogni individuo di ciascuna specie ha, come scrive Leibniz, una sua propria irriducibile originalità.