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SomeBody to love - Incontro sul Body Shaming

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Body shaming, il termine inglese entrato a fare parte del nostro linguaggio, è l'umiliazione, in maniera sistematica, dell'altro per la sua forma fisica. Ne sono vittime principalmente gli adolescenti, alcune indagini riportano che il 94% è stato vittima di body shaming e quasi il 65% di ragazzi adolescenti è stato oggetto di critiche e commenti umilianti sul proprio aspetto fisico.

Il Soroptimist International Club di Foggia ha promosso un momento di incontro e di confronto con i docenti psicologi del Dipartimento di Studi Umanistici, Lettere, Beni Culturali, Scienze della Formazione dell'Università di Foggia su questo fenomeno, che rappresenta a tutti gli effetti una forma di bullismo (e cyber bullismo) e che può avere effetti devastanti sulla vittima che si chiude nella vergogna, con perdita di autostima e tendenza all'isolamento.

L'incontro dal titolo "SomeBody to love. Strategie per abbattere e non abbattersi", che ha goduto del patrocinio del patrocinio dell'Università degli Studi di Foggia,  si è tenuto nella mattinata del 17 maggio a partire dalle 9,30 presso l'Aula Magna dell'Istituto Einaudi in via Napoli 103 e ha  visto coinvolti un folto numero di studenti.

Dopo i saluti di Michele Gramazio (Dirigente scolastico dell'Einaudi), Maria Aida Episcopo (Dirigente dell'Ufficio V Ufficio scolastico regionale per la Puglia) Giusi Toto (Coordinatrice del corso di Laurea Triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche dell'Università di Foggia) ed Elisabetta Checchia (Presidente del Soroptimist International Club di Foggia) si è entrati nel vivo del tema con gli interventi dei relatori:

"Grassofobia e body positivity", Prof. Francesco Sulla- psicologo dell'educazione; 

"Campanelli d'allarme relativi ad una cattiva percezione del corpo" Prof. Salvatore Iuso - psicologo dinamico;

"Le dipendenze tecnologiche: la tecnologia ci aiuta ma può renderci schiavi" Prof. Giuseppe Mammana - psichiatra 

Al termine degli interventi è seguito un laboratorio, curato e condotto da Ciro Esposito - psicologo di comunità- e da Stefania Fantinelli - psicologa delle organizzazioni-. L'attività di laboratorio è consistita nella sperimentazione, da parte degli studenti, della tecnica del "photovoice", che utilizza la fotografia per comunicare e riflettere in maniera collaborativa.




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