La tecnologia ha consentito di rivederci e condividere, alle 17:00 in punto, il nostro tea ed i dolci che ognuna aveva preparato. È stato un incontro importante per superare l’isolamento a cui siamo obbligate per colpa di questo terribile virus.
Con noi si è collegata anche Rosa, del Club Ancona, che porterà il nostro saluto alle socie del suo Club ed in particolare a Fernanda Santorsola, unica socia fondatrice rimasta.
Il primo pensiero ed il saluto affettuoso lo abbiamo indirizzato alle amiche assenti che da giorni lavorano in prima linea: Stefania la farmacista, Giovanna l’immunologa e Anna Maria l’anestesista. Sono tutte molto provate da questa esperienza, forse più di tutte l’anestesista che con una di noi ha ammesso il grande dolore che si prova di fronte alla solitudine di questi malati e gli sforzi cui tutto il personale ospedaliero è sottoposto per curare i pazienti. Ma anche Paola, che lavora con la CRI, ed è con noi vede cose terribili: ieri ad esempio tre interventi di soccorso riguardavano tutti soggetti affetti da Covid-19.
E quando il virus si avvicina tanto alla nostra vita e ai nostri affetti, come racconta Roberta, allora si vede il mondo in un altro modo. E poi tante di noi con le figlie lontane, chi a Milano chi a Londra. E poi il racconto di chi ha avuto notizia di tanti colleghi infettati (in quel di Bergamo).
Ma non è un bollettino di guerra, abbiamo iniziato a pensare ad alcune attività da realizzare ora che siamo a casa e ad organizzare incontri quando la vita tornerà ad una nuova normalità (magari con meno baci ed abbracci). Un’idea è quella di incontrare la vedova di Carlo Urbani, il medico jesino che perse la vita a causa della SARS, ma il cui intuito e sacrificio furono fondamentali per bloccare il diffondersi dell’epidemia.
Per ora #iorestoacasa, ma ci rivedremo presto.