Lunedì 25 novembre, dalle ore 17,00 su Corso G. Nicotera, insieme alla Polizia di Stato è stato allestito un punto informativo sul diffuso fenomeno della violenza sulle donne, per dare indicazioni e suggerimenti con particolare riguardo a quelle che sono le attività di prevenzione.
La presidente Rachele Iovene e le socie del club lametino hanno distribuito i “segnalibro” della campagna Read the sign con tutte le informazioni per riconoscere eventuali segnali di relazioni tossiche o di rischi in rete.
Numerosa la partecipazione dei passanti che hanno assistito con interesse alle dimostrazioni di difesa personale condotte dalle Fiamme Oro ed ai video informativi della Polizia e del SOROPTIMIST.
“Quest'iniziativa è finalizzata a sensibilizzare i cittadini, a scendere fra la gente per informare sul problema della violenza contro le donne”, spiega il dirigente comandante della Polizia di Stato di Lamezia Terme dottor Antonio Turi. “Sabato scorso è stato approvato dalla Questura di Catanzaro il Protocollo Zeus, per il recupero degli uomini maltrattanti, ma parallelamente è necessaria un'azione mirata alla prevenzione che la Polizia di Stato mette in atto attraverso la campagna permanente “Questo non è Amore” di cui quest'iniziativa fa parte, in modo da tenere alta l'attenzione di tutti sul problema, non solo il 25 novembre”.
Anche il Questore di Catanzaro Giuseppe Linares, entusiasta dell'iniziativa messa in atto a Lamezia, interviene su alcuni punti delicati del problema. “Il tema della violenza sulle donne è per noi una priorità, poiché si tratta di una devianza trasversale, che secondo i dati raccolti negli ultimi dieci anni, si verifica in tutti gli strati sociali della popolazione, fra gli italiani e gli extracomunitari, e non è un fenomeno che ha a che fare con la marginalità: anche persone con elevato livello di istruzione o posizioni sociali ed economiche importanti ne sono toccati. È un fenomeno che ha a che fare con la cultura, con la mentalità, poiché il pateiarcato è trasversale a tutti i ceti sociali. Dunque è necessario dare alle donne degli strumenti. Disponiamo di strumenti legoslativi all'avanguardia, ma dobbiamo intervenire già nelle prime fasi, imparare a riconoscere i segnali, agire sulla prevenzione, in sinergia con i centri di ascolto, con il personale sanitario, con il mondo dell'informazione, in un contesto multiattoriale”.