Soroptimist
search

Diritti e Giornate mondiali

17 Gennaio Giornata mondiale della pizza italiana

Diritti
chevron_left
chevron_right

Per il nostro progetto dedicato alle Giornate Mondiali, oggi ci occupiamo della celebrazione della pizza, elemento della dieta mediterranea, simbolo dell’Italia, soprattutto partenopea, e patrimonio culturale dell’umanità. Una eredità della nostra stori culinaria che si è diffusa in tutto il mondo come tanti altri prodotti della creatività dei popoli che hanno abitato nei millenni la nostra penisola. Una delle tante eredità da conoscere e valorizzare: dalle prime pizze partenopee alla “Margherita”, dedicata nel 1889na Margherita di Savoia dal pizzaiolo Raffaele Esposito, a quelle diffuse alla fine della seconda guerra mondiale anche nel nord d’Italia e all’estero e alla sua grande diffusione per asporto ancor prima dell’attuale lockdown. 

La nostra socia Alessandra Martuscelli ci racconta l’evoluzione della pizza nel tempo, recuperando antiche eredità culturali e fotografando frammenti della nostra storia

17 gennaio: Giornata mondiale della pizza italiana : La pizza, simbolo dell’Italia (e di Napoli) a cura di  Alessandra Martuscelli, socia Soroptimist

Mangiamo pizza e suoniamo il mandolino. Evviva!

“Italiani? Pizza e mandolino”. Questa definizione (battuta?) sentita e risentita è stata e, a volte, ancora è, utilizzata per stigmatizzare un certo modo di essere degli italiani. Come dire buongustai, superficiali, interessati al cibo e alle canzonette e non alla cosa serie e sostanziali. L’espressione, rivolta spesso soprattutto ai Napoletani, nell’intenzione di chi la pronuncia, ha un valore dispregiativo. In realtà c’è poco da… offendersi, la pizza rappresenta la cucina, il mandolino la musica e l’arte. E, si sa, nell’ambito culinario e artistico – musicale noi italiani eccelliamo. I Napoletani poi, discendenti, come narra la legenda, dalla sirena Partenope, sono dotati di talenti e doti artistiche su cui c’è poco da discutere. Ebbene si la pizza e il mandolino ci rappresentano (insieme a tante altre cose) e ne siamo orgogliosi.

 Dai vicoli di Napoli al riconoscimento dell’Unesco

Soffermandoci sulla pizza, questa non è certo “roba da poco”, trattandosi della pietanza più diffusa nel mondo: nessun altro piatto ha avuto lo stesso successo internazionale. Proprio per questo nel 2017 l'Arte tradizionale del pizzaiolo napoletano è stata riconosciuta dall'Unesco come patrimonio culturale dell'umanità ed. il 17 gennaio (festa di Sant'Antonio Abate, patrono dei pizzaioli) è stato scelto come data per la Giornata Mondiale della Pizza. L’idea della pizza, a pensarci bene, è abbastanza semplice: un disco di pasta ottenuto con farina, acqua e lievito, al di sopra del quale possono essere posti, prima o dopo la cottura, ingredienti diversi. Un manufatto di questo tipo, infatti, esiste fin dall’antichità; ad esempio era molto diffuso nell’antica Grecia sottoforma di dischi di pane chiamato plakous. Anche i Persiani e gli antichi Egizi conoscevano l’uso del lievito e impastavano alcuni tipi di “focaccia”. Quelli però che più di tutti hanno fatto uso di dischi di pasta, ottenuti con grano e con vari tipi di cereali, cotti nel focolare domestico, sono stati i Romani. Gli scavi di Ercolano e Pompei ne danno ampia testimonianza. Con Pompei ed Ercolano entriamo nell’area partenopea, il territorio che, fra il ‘500 e il ‘600, ha dato i natali alla pizza così come la intendiamo ora. Sembra che il primo tipo di pizza sia stato la “pizza Mastunicola”, condita con lardo, cigoli, formaggio di pecora, pepe e basilico. Altra pizza “primitiva” la “pizza ai cecinelli” ovvero con i bianchetti, proposta in alternativa anche con altri pesci piccoli spesso conservati sotto sale. La “pizza rossa”, ideata sempre a Napoli, ha trovato la sua configurazione solo nel Settecento, in contemporanea con il diffondersi nella regione del pomodoro. Fu un tale successo che in breve la sua fama oltrepassò i confini del Regno di Napoli raggiungendo la corte dei Savoia. Si arriva così alla storica data del 1889, quando il pizzaiolo Raffaele Esposito dedicò alla regina Margherita di Savoia, in visita alla città borbonica, una pizza che da lei prese il nome. Per la preparazione Esposito si ispirò al tricolore italiano: il basilico per il verde, la mozzarella per il bianco e il pomodoro per il rosso. Il fenomeno della pizza, nonostante il grande successo, restò circoscritto al Regno di Napoli. Per assistere all’apertura delle pizzerie nel Nord d’Italia, infatti, occorre attendere la fine della Seconda guerra mondiale. Solo con le prime emigrazioni, avvenute a partire dal secondo dopoguerra, la pizza iniziò ad essere conosciuta, e quindi celebrata, anche all’estero. Da allora in poi il successo è stato incontenibile.

 Gusto, ma anche benessere e buonumore

A favore della diffusione della pizza non c’è solo il gusto, ci sono anche le sue caratteristiche nutrizionali. Sdoganata, ormai da anni da nutrizionisti e dietologi, è considerata un alimento sano e completo, in quanto contiene carboidrati, proteine, vitamine, lipidi (olio extra vergine) e antiossidanti di cui è ricco il pomodoro, anche da cotto. Oltretutto i carboidrati e il triptofano, presente nell’impasto della pizza, incrementano i livelli di serotonina, migliorando l’umore. Parte integrante della dieta mediterranea, la pizza non è nemmeno uno “stravizio”, ma un alimento salutare, naturalmente se assunta in dosi ragionevoli, quali una o due volte la settimana.

 La pizza e il suo valore aggiunto, tutto nostro

Insomma non ci resta che “farci” una bella pizza, confezionata in casa o ordinata (sì perché la pizza ha decretato, assai prima del Covid, il successo dell’asporto, essendo da anni anche il cibo più “asportato” al mondo). Noi Italiani ovviamente siamo particolarmente fortunati, perché la pizza più buona non può che essere la nostra, essendo nata qui e richiedendo ingredienti made in Italy. Poi per noi c’è il valore aggiunto di poterla gustare davanti al nostro mare e magari con i mandolini in sottofondo. Sì, ben presto noi potremo mangiarci di nuovo, come sempre fatto, una pizza nelle location più adatte a tale consumo. Ne cito una per tutte, topica, storica, meravigliosa: Via Partenope, Golfo di Napoli.

https://www.soroptimist.it/newsoro/admin_site/contenuti/mod_contenuti.php?idcontenuti=31244&linguaid=1

X