Oggi pubblichiamo il settimo e ultimo articolo, redatto da una socia del gruppo scrittura, all'interno del progetto "Orange the world 2024" su immagini iconografiche riferite a episodi di violenza sulle donne - progetto Violenza senza Tempo.
LA MORTE DELLA VERGINE di Caravaggio - Il quadro censurato di Caravaggio della socia Alessandra Martuscelli
TRASTEVERE, LA MADONNA. LE PROSTITUTE E IL DIPINTO OLTRAGGIOSO
Roma. La Città. Una miniera di arte e cultura, di luoghi nascosti e di continue scoperte. Per visitarla tutta non occorrono giorni, settimane o mesi, ma anni. Così attraversando Trastevere per raggiungere la rinomata e iconica chiesa di Santa Maria in Trastevere, si incontra lungo il cammino un'altra chiesa altrettanto interessante e suggestiva, la chiesa di Santa Maria della Scala (1592) con annessa la “L' Antica Spezieria” di Trastevere, una delle più antiche e meglio conservate d'Europa.
TRASTEVERE IL CORE DI ROMA
Santa Maria della Scala è intimamente legata al quartiere che la ospita. Alle sue credenze, al suo folklore, alle sue … prostitute. Probabilmente Trastevere, nell'epoca rinascimentale, era il quartiere con la più alta presenza di meretrici dell'Urbe. Molto prima della chiesa in quel sito era attiva una casa di accoglienza per ragazze disagiate. Successivamente un'immagine della Madonna situata sotto la scala di una casetta, divenne oggetto di pellegrinaggio, da quando una certa Cornelia chiese alla Madonnina il miracolo per sua figlia, nata muta: la bambina iniziò a parlare. Il fenomeno assunse proporzioni così elevate che Papa Clemente VIII fu quasi costretto ad edificare una chiesa in quel luogo.
LA CHIESA, L'ANTICA SPEZIERIA E LO SCANDALO
A parte le significative testimonianze dell'arte seicentesca custodite in Santa Maria della Scala, due sono le particolarità che rendono questa chiesa davvero speciale. Una, il laboratorio galenico, l'“Antica Spezieria di Trastevere” adiacente alla chiesa e ad esse collegata, dove i frati Carmelitani, che occupavano il vicino convento e gestivano la chiesa stessa, creavano medicamenti con le loro erbe officinali. La Spezieria aprì al pubblico agli inizi del Seicento e divenne un riferimento per le cure sia di Papi (è conosciuta come la “Farmacia dei Papi”) sia del popolino. L'altra particolarità riguarda un artista molto controverso e un quadro censurato: “La morte della Vergine” di Caravaggio, esposta nel 1606 nella seconda cappella a sinistra della navata e poco dopo tolta e restituita all'autore dai Carmelitani che la giudicarono indecorosa ai limiti della blasfemia.
UNA MERETRICE AL POSTO DELLA VERGINE
In effetti Caravaggio si era più che allontanato dall'iconografia tradizionale della Vergine Maria (con cui del resto si era sempre mostrato polemico), e questo nonostante che accettando la commissione del quadro, avesse firmato un contratto che gli imponeva di rappresentare “cum omni diligentia et cura” il “misterium mors sine transitus Beatae Mariae Verginis”, ossia il miracolo di una morte a cui non seguì la corruzione corporale, perché Maria fu direttamente assunta alla gloria del Paradiso. Il pittore sembrò ignorare del tutto queste indicazioni. La sua Madonna è molto umana ed ha in sé tutto lo strazio della morte. Nel dipinto, Maria è vestita di rosso (un colore in netto contrasto con la purezza della Vergine e con il dolore della morte), appare del tutto priva della sua regale divinità. Il pittore la ritrae malamente composta su un povero tavolo di legno sorretto da cavalletti di ferro. Ma non solo: ha il volto livido, i capelli disordinati, la pancia e le caviglie gonfie, le gambe scoperte, i piedi nudi. Non ci sono angeli dolenti. Manca in alto la rappresentazione di Cristo che accoglie l'anima della madre. Gli apostoli, ritratti vecchi, calvi e scalzi, piangono disperatamente; al pari della Maddalena, che seduta su una seggiola si copre il volto con la mano. A terra, un catino di rame, dal quale penzola una garza, dice che il cadavere è stato lavato. Tornando a Maria, al suo viso grigio a un corpo che sembra già in decomposizione, come ha fatto l'autore a ritrarre con questo realismo e crudezza? Semplice, ha utilizzato una “modella”. Quello che Caravaggio ha ritratto è il cadavere di una prostituta che si era suicidata buttandosi nel Tevere. Già i primi biografi del Maestro riferiscono di come egli si fosse recato all'obitorio e avesse richiesto e ottenuto il corpo di questa poveretta.
RAGAZZE E RAGAZZINE "USA E GETTA"
Come detto, Trastevere era un quartiere con molte prostitute, tanto è vero che qui, all'epoca, ritroviamo varie case di accoglienza sia per meretrici che volevano cambiare vita sia per ragazze senza famiglia. Ne è esempio il Convento delle Convertite, in via Lungara. Invece il Convento di San Giacomo faceva un'opera di “prevenzione” accogliendo orfane o di entrambi i genitori o di madre, e in questo caso erano figlie di “mater ignota” (da questa espressione latina è derivato il vocabolo popolare “mignotta” che in romanesco significa proprio prostituta) o che vivevano in una conclamata situazione di disagio. Un'accoglienza quindi finalizzata a togliere queste ragazze dalla strada proprio per evitare che scegliessero la via della prostituzione. Non si sa se Caravaggio conoscesse o meno la ragazza morta, qualche fonte sostiene di sì (forse si tratta solo di suggestioni). Comunque non era raro il suicidio fra le prostitute, in quanto non risultava così facile per loro cambiare vita. Questo perché ad essere accolte e “redente” nelle strutture preposte, la maggior parte a gestione religiosa, erano solo ragazze molto giovani, addirittura con meno di 25 anni. La maggior parte delle “convertite” aveva un'età fra i 18 e i 20 anni. L'idea dominante era che una conversione (e un pentimento) in un'età più avanzata, quando ormai una ragazza era meno appetibile per i desideri di un uomo, era “di comodo” e poco sentita, quindi non accettabile. Accadeva così che giovani donne rimanevano senza un protettore, senza una casa, senza clienti e senza la possibilità di essere accolte o aiutate da chi occupava del problema. Sembra che la prostituta di Caravaggio, di cui qualcuno ha cercato di rintracciare l'identità, avesse più volte cercato aiuto e rifugio, senza trovarlo proprio per l' “età avanzata”.
FRA I CAPOLAVORI DEL LOUVRE
Il dipinto di Caravaggio, poco dopo la sua rimozione dalla chiesa, fu acquistato dal Duca di Mantova, Vincenzo I° Gonzaga, su consiglio del pittore fiammingo Pieter Paul Rubens, che aveva giudicato l'opera “un assoluto capolavoro”. Quindi nonostante la censura subita il pittore non ci rimise economicamente. In seguito, la “Morte della Vergine” venne rivenduta al re Carlo I d'Inghilterra, appassionato collezionista d'arte. Più avanti fu acquistata dal Re Sole, Luigi XIV, ed è rimasta nei secoli a venire in Francia. Oggi, infatti, si trova al Louvre e fa parte dei capolavori italiani più apprezzati fra quelli gelosamente custoditi nel museo parigino.