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Le socie scrivono...

Lo stupro di Edgar Degas

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Nell'ambito dei 16 giorni di attivismo all'interno del Progetto "Orange the World", alcune socie del club di Livorno hanno elaborato articoli tratti da fonti narrative e iconografiche relativi al tema della violenza di genere.

Ogni giorno ne verrà pubblicato uno all'interno della sezione "Le socie scrivono...".

Oggi pubblichiamo il breve scritto della socia Susanna Piccini, docente di lettere, relativo all'opera pittorica di Edgar Degas dal titolo "Lo stupro". 

Lo stupro di Edgar Degas è conservato al Philadelphia Museum of Art e la sua realizzazione è datata tra il 1868 e il 1869. Venne intitolato "L'intérieur "da Degas stesso, ma fu in seguito denominato come "Le viol". Questo quadro è un sunto della relazione tra Degas e la luce notturna: egli tendeva ad esaltare la flebile luce tipica dell'ora del crepuscolo o quella emanata dalle candele e dalle lampade. Sulla sinistra viene presentata una donna con una sottoveste bianca, sgualcita e cadente su una delle spalle; è seduta su una sedia chiusa ed è curva su se stessa, in un atteggiamento di umiliazione, fragilità, arrendevolezza. Tutt'attorno elementi che suscitano una sensazione di confusione e di malessere: le forbici aperte sono abbandonate sul tavolino, il corsetto è gettato sul pavimento, la cuffietta e, forse, un mantello, sono in disordine sul letto e sulla spalliera. Sulla destra si trova un uomo che guarda la giovane con sguardo freddo e crudo, tiene le mani in tasca e le gambe divaricate per affermare la sua presenza; la sua ombra si innalza minacciosamente al di sopra della sua statura, rendendolo innaturale. Il dettaglio dell'orecchio appuntito suggerisce una presenza quasi demoniaca. Le zone scure e indistinte dell'ambiente sono in contrasto con il candore della biancheria (del letto e della giovanissima donna), messo in risalto dalla luce dall'abatjour. Tra i due soggetti l'unica emozione palpabile è la paura. Degas riproduce una scena di cruda realtà quotidiana e l'interno reale diventa anche un interno interiore, metafora di dolore e di impotenza.

Edgar Degas nacque a Parigi nel 1834. Pittore, scultore, disegnatore, fu uno dei più grandi artisti francesi. Viene annoverato tra gli esponenti di spicco dell'Impressionismo. Degas non amava dipingere en plein air, come facevano i suoi colleghi; anche i tratti distintivi della sua pittura non somigliano a quelli di altri impressionisti come Monet, Cézanne o Renoir, infatti dipingeva essenzialmente ambienti chiusi, ripresi da angolazioni insolite, con pennellate rapide e sciolte. Amava ritrarre soggetti femminili: in particolare ballerine, e poi lavandaie e sarte. Tra gli altri soggetti ritratti vi sono gli ippodromi e i cavalli al galoppo: l'artista era affascinato dal movimento e dalla velocità. Si formò alla Scuola di Belle Arti di Parigi, che frequentò per soli sei mesi, dopodiché intraprese un viaggio in Italia per arricchire le sue conoscenze artistiche. Sarà l'amicizia con Manet a convincerlo ad entrare a far parte del gruppo degli Impressionisti. Degas partecipò a sei delle sette mostre organizzate dal gruppo: in una di queste espose la sua scultura Danzatrice quattordicenne, assolutamente innovativa per l'epoca, sia per la scelta dei materiali (bronzo, cera, stoffa e capelli veri) che per il soggetto ritratto, una ragazzina magrissima. Molti critici bollarono l'opera come un orrore. Oggi è considerata un capolavoro che ha dato avvio alla scultura in senso moderno. Degas negli ultimi decenni dell'Ottocento era ormai un artista affermato. Espose con successo a New York nel 1886 e nel 1905 le sue opere furono in mostra a Londra. Morì a Parigi nel 1917.


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