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Violenza collettiva e violenza individuale

Le socie scrivono... Step 3 - Violenza sulle donne e Arte

Ratto
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Oggi pubblichiamo il quarto articolo, scritto da una socia del gruppo scrittura, relativo al progetto Orange the world 2022- Step 3 - Violenza sulle donne e Arte. 

L'autrice è la socia Carla Dente.

Violenza collettiva e violenza individuale: due splendide testimonianze nella storia della scultura.



Recentemente, mentre riflettevo sull'atteggiamento violento contro la donna che purtroppo si registra come tratto costante nel periodo in cui viviamo, mi sono tornate alla mente due esperienze estetiche fatte in tempi diversi, in due città diverse, a Firenze e a Roma. 

A Firenze molti anni fa mi sono soffermata sotto la Loggia dei Lanzi in Piazza della Signoria e come giovane studiosa del Rinascimento ho osservato con grande interesse il gruppo in marmo del Giambologna "Il Ratto delle Sabine", scolpito nella seconda metà del '500, imponente nelle sue dimensioni e dotato di una intensa carica emotiva. 

Il soggetto rimanda ad un antico fatto storico, del 749 a.C., un episodio fondante nella storia di Roma, quando i primi uomini che si fermarono sulle rive del Tevere in cerca di stabilità, si resero conto di aver bisogno di donne al fine di creare le basi di una vera comunità con prospettive per il futuro. L'insuccesso delle diverse proposte di alleanza con i popoli vicini, fece prevalere l'idea del rapimento delle donne non sposate, il che innescò una serie di guerre che misero in luce da subito linee di comportamento tipiche della strategia romana, l'uso dell'astuzia quando la forza non era sufficiente e, una volta ottenuto il risultato, la concessione "paternalistica" all'ex nemico del privilegio dell'alleanza o della cittadinanza.

Il Giambologna comunica la drammaticità dell'evento-rapimento soprattutto attraverso alcuni dettagli, nel gesticolare scomposto della fanciulla, nella sua bocca aperta in un grido silenzioso, ancorché inutile, nel vecchio a terra, sopraffatto dal giovane e audace rapitore. Ad essere rappresentate in questa scultura sono i due elementi forti della narrazione, la violenza e la sopraffazione. Sulla violenza in particolare il Giambologna insiste, replicando il tema del rapimento collettivo nel basamento della scultura, in una placca bronzea a bassorilievo dove figure variamente atteggiate che aggiungono drammaticità alla situazione rappresentata.

Pieni e vuoti, distribuiti in modo irregolare, danno alle scene una sorta di concitazione drammatica che si inserisce nella struttura a spirale della statua. Due forti impressioni lasciò in me quella scultura, il movimento "a solenoide" dei corpi nell'atto violento, e dal punto di vista storico culturale, l'essere quell'episodio di violenza collettiva un evento in qualche modo giustificato e condiviso, un evento utile sotto il profilo sociale, che lasciava una solida impronta di una cultura che si affermava come patriarcale e, se "necessario", violenta.

***

Molti anni dopo, ho rivisto quel movimento a spirale del gruppo del Giambologna in una statua esposta nella Galleria Borghese, a Roma, nella statua di "Apollo e Dafne" del Bernini. Ancora un caso di violenza contro le donne, ma questa volta individuale, una storia tramandata come un dispetto per futile motivo fatto da Cupido ad Apollo. 

Cupido pare si volesse vendicare di Apollo che lo dileggiava per non aver mai compiuto gesta eroiche e così scagliò due frecce, una per far innamorare Apollo, e una per far fuggire impaurita la ninfa Dafne. Per non essere sopraffatta da Apollo la ninfa si rivolse al padre che la trasformò in un albero di alloro che, come narra Ovidio nelle Metamorfosi, fu consacrato ad Apollo. 

La scultura rappresenta Apollo in movimento nel momento in cui con velocità e leggerezza ghermisce la fanciulla, mostrando tutti i muscoli in tensione. Il mantello è scomposto per la corsa, così come i riccioli della capigliatura. Ma il dio è frenato dalla improvvisa trasformazione dei piedi di Dafne in radici di un albero, delle agili gambe in un tronco. Il busto della ninfa è inarcato verso l'alto in un contrasto di spinte, mentre le dita si stanno rapidamente trasformando in rametti adornati di foglie di alloro. Anche qui la bocca semiaperta della ragazza grida emozioni contrastanti: terrore e sollievo

In questo caso la violenza contro la donna è un fatto individuale e soprattutto non ha seguito. A questo si aggiunge il fatto che l'ambientazione in un contesto divino stempera la tragicità dell'evento ed elimina ogni sanzione sociale.

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