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Sara Franceschi - Nuoto

Voci femminili nello sport - GenerAzioni di Sport

Obiettivi:

Sara
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  • Progetto Nazionale:
    DONNE e SPORT
  • Autore: Giovanna Bacci di Capaci
  • Ultima modifica: Marzo 2025

Di seguito  la quinta intervista a personaggi femminili dello sport livornesi, nell'ambito del Progetto Donne e sport, modulo Voci femminili nello sport. La socia Ilaria Manente, vicepresidente 2025-26, ha intervistato la nuotatrice livornese Sara Franceschi, reduce dalle Olimpiadi Parigi 2024.

Sara Franceschi: un'eccellenza nel nuoto livornese

La storia di un percorso sportivo internazionale 

Sara Franceschi, nuotatrice professionista, tesserata per il Gruppo Sportivo Fiamme Gialle e la società Livorno Aquatics, nasce a Livorno nel 1999.Nonostante si fosse approcciata dapprima alla danza, per altro con risultati discreti, il nuoto si è fatto largo nella vita di Sara, diventandone la principale ragione. Inizia a praticarlo all'età di quattro anni, alle piscine comunali di Livorno, le stesse dove oggi si allena da atleta professionista. Raccoglie i primi risultati in ambito giovanile, fino a toccare la nazionale Juniores – in ben tre edizioni dei campionati Europei e al Mondiale di Singapore – e a stabilire alcuni record italiani giovanili. Nel 2016, a Rio de Janeiro, ha partecipato alla sua prima Olimpiade e da lì in poi non ha più perso contatto con la nazionale maggiore, prendendo parte a numerosi campionati Europei e Mondiali, e ai Giochi Olimpici di Tokyo e di Parigi. In questo periodo detiene il record italiano dei 200 misti in vasca lunga. Oltre a numerosi titoli italiani giovanili e assoluti, ha vinto medaglie ai Giochi del Mediterraneo, ai campionati Europei, anche se la più importante è senza dubbio il bronzo ai Mondiali di Doha, nei 400 misti, nel febbraio 2024. 

Momenti e stati d'animo della sua carriera sportiva

Quali aggettivi, immagini o colori utilizzeresti per descrivere la tua esperienza nel suo sport? 

Impegno, coraggio e dedizione. Il colore blu, come l'acqua. 

Ci sono stati momenti in cui hai considerato di interrompere la tua partecipazione all'agonismo? Se sì, cosa ti ha spinta a continuare nonostante le difficoltà?

Sì, dopo l'Olimpiade di Rio de Janeiro. Non mi sentivo più bene in acqua e, a diciassette anni, con un corpo che si evolve. Grazie al mio allenatore Stefano Franceschi, che è pure mio padre, sono riuscita ad uscirne più forte di prima, tanto da raggiungere record e medaglie

Come sei riuscita a conciliare la tua attività sportiva con la vita personale, affettiva e professionale?  

L'inizio della convivenza con il mio compagno ha fatto sì che trovassi l'equilibrio giusto tra la vita professionale e quella affettiva.

Hai dovuto rinunciare a qualcosa per dedicarti pienamente alla tua attività sportiva? Non li chiamerei sacrifici ma scelte, di cui vado fiera e che rifarei. Poi sta a ognuno di noi, atleti professionisti, ritagliarsi i propri spazi. 

Chi ha avuto un ruolo importante nell'avvicinarti e supportarti nella pratica sportiva? Familiari, amici, allenatori o allenatrici? 

La famiglia, in primis. Come dicevo prima, Stefano Franceschi, la mia mamma Claudia, il mio fratello Luca ma soprattutto i miei nonni. 

Quali sono i valori fondamentali che hai acquisito nel corso del tuo percorso sportivo e che vorresti trasmettere ad altri? 

La generosità, la dedizione. la resilienza. La voglia di non mollare mai e diventare amici della fatica.




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