Soroptimist
search

Voci femminili nello sport

Scivolando con successo: Letizia Tinghi, Campionessa di Pattinaggio a Rotelle

Obiettivi:

Voci
chevron_left
chevron_right
  • Progetto Nazionale:
    DONNE e SPORT
  • Autore: Giovanna Bacci di Capaci
  • Ultima modifica: Gennaio 2025
  • Parole Chiave: donne , parità di genere , sport

Oggi pubblichiamo l'ottava  intervista a personaggi femminili dello sport livornesi, nell'ambito del Progetto Donne e sport, modulo Voci femminili nello sport.

La socia Deborak Maffei, avvocata e giudice internazionale di pattinaggio a rotelle, ha intervistato Letizia Tinghi pluricampionessa mondiale  nel pattinaggio artistico a rotelle.

Letizia Tinghi, classe '68, ha iniziato a pattinare all'età di cinque anni presso il Circolo Pattinaggio La Rosa di Livorno, smettendo di gareggiare nel 1997 dopo aver conquistato oltre quaranta medaglie in campo nazionale ed internazionale.

Fin dai primi passi sui pattini, Letizia mostrò le sue indiscutibili doti atletiche, vincendo dopo pochi mesi il suo primo titolo italiano UISP. Oggi, Letizia con quindici medaglie ai Campionati del Mondo (di cui ben 6 ori, 2 argenti e 7 bronzi), cinque ai Campionati Europei (2 ori e 3 argenti), e numerosi titoli ai Campionati Assoluti di categoria, è certamente una delle atlete italiane più rappresentative nell'ambiente del pattinaggio artistico a rotelle. Tanto che in occasione dei recenti World Games di Rimini è stata ricordata sia sui social che nella Hall of Fame del Campionato come una delle pattinatrici che hanno fatto la storia del nostro sport.

Come ti sei avvicinata al pattinaggio artistico?

Come spesso capita, mi sono avvicinata a questo sport in modo casuale. Ricordo che vidi una trasmissione sul pattinaggio e dissi ai miei genitori che mi sarebbe piaciuto provare i pattini. Dalla semplice prova all'iscrizione nella società La Rosa, il passo fu breve e mi trovai ben presto a praticarlo quotidianamente con sempre maggiore passione.

Se tu dovessi descrivere la tua esperienza sportiva con una parola, quale aggettivo o colore utilizzeresti?

La mia esperienza sportiva la potrei definire “fantastica”, perché mi ha regalato emozioni e successi che non posso dimenticare. Certamente ci sono stati tanti sacrifici e momenti difficili, ma ciò che provavo durante le mie esibizioni mi ha sempre dato la forza di andare avanti cercando di migliorare ogni volta le mie prestazioni, anche creando nuovi stili e forme di impressione artistica che potessero essere sempre più apprezzati dal pubblico e dalla giuria.

Quale è stato il momento sportivo più significativo, più emozionante?

Sicuramente all'inizio degli anni '90 quando, dopo il Commissariamento dell'allora FIHP, fui convocata nuovamente nella squadra nazionale, vincendo – con il punteggio massimo che poteva essere attribuito ad un esercizio di freeskating - la Coppa di Germania. Ricordo ancora l'urlo di gioia del Ct, Antonio Merlo, appena nominato e la sua grandissima emozione. Era una gara di minor importanza rispetto a quelle che avrei affrontato negli anni successivi, ma la ricordo con felicità perché segnò l'inizio di quasi trent'anni di successi per la Nazionale Italiana.

Il più grande rammarico?  Sicuramente non aver potuto partecipare alle Olimpiadi, non essendo il pattinaggio artistico a rotelle uno sport riconosciuto dal CIO

Ci sono stati momenti di difficoltà e se si chi ti ha aiutato a superarli?

All'inizio del 1991, iniziai ad accusare forti dolori alla schiena e molti medici mi dissero che avrei dovuto smettere di pattinare. Non mi arresi e grazie ad uno specialista in agopuntura riuscì pian piano a superare il problema. Furono mesi duri, con continue sedute, massaggi e manipolazioni, ma per fortuna riuscì a superarlo e a tornare sui pattini

Quali valori e insegnamenti hai tratto dalla tua esperienza e quali tieni a trasmettere alle tue atlete quando alleni?

Il pattinaggio e l'agonismo di tutti quegli anni mi hanno sicuramente fortificato come persona e tuttora traggo insegnamento dei valori che ho appreso, in primis il rispetto delle altre pattinatrici che gareggiavano per il medesimo obiettivo. Aspetto dal quale non si può prescindere per crescere sia come sportivi che come persone.

Ai giovani atleti di oggi, vorrei dire di credere fortemente nei loro sogni, di non lasciarsi distrarre da cose inutili e di cercare sempre di perseguire i loro obiettivi. Ci saranno sacrifici, cadute e momenti difficili, ma la costanza e la tenacia portano sempre ad un risultato e dietro ad ogni discesa c'è sempre una risalita. 

X