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Voci femminili nello sport

Giulia Quintavalle - L' arte del judo e la forza di una campionessa

Voci
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  • Progetto Nazionale:
    DONNE e SPORT
  • Autore: Giovanna Bacci di Capaci
  • Ultima modifica: Gennaio 2025
  • Parole Chiave: donne , parità di genere , sport

Oggi pubblichiamo la decima intervista a personaggi femminili dello sport livornesi, nell'ambito del Progetto Donne e sport, modulo Voci femminili nello sport.

La socia Maria Emanuela Bacci di Capaci, presidente biennio 2025-26 ha intervistato Giulia Quintavalle, medaglia d'oro alle Olimpiadi di Pechino del 2008 per il judo.

Giulia è nata a Livorno nel 1983, ma vive a Rosignano Solvay. Dall'età di 5 anni ha iniziato a praticare judo insieme a suo fratello Michel, per imparare un po' di disciplina, poiché “erano delle pesti”. Da quel momento, non ha mai abbandonato questo sport. Nel 2002, entra a far parte del gruppo sportivo delle Fiamme Gialle e, a 17 anni, si trasferisce a Roma, dove rimarrà fino al 2017, anno in cui decide di abbandonare definitivamente la carriera agonistica e tornare nella sua città natale.

Nel 2008, a 25 anni, partecipa alle Olimpiadi di Pechino, dove vince la medaglia d'oro, diventando la prima donna italiana nella storia dei Giochi olimpici a conquistare un oro nel judo. Nel 2010, vince i Campionati europei a squadre battendo in finale a Vienna la squadra polacca, un titolo che le Azzurre non avevano mai ottenuto. Partecipa anche alle Olimpiadi di Londra nel 2012, dove si classifica quinta. A quel punto, Giulia, sposata nel frattempo con un judoka, ha un bambino e considera l'idea di abbandonare l'attività sportiva. Tuttavia, caparbia e appassionata del suo sport, continua a lottare sui tatami di tutto il mondo, anche dopo essere diventata mamma, per poter partecipare alle Olimpiadi del 2016.

Ma ha difficoltà a conciliare la vita privata con l'attività sportiva. All'età di 33 anni, dopo aver raggiunto il successo, si sente appagata e prende una decisione definitiva: lascia l'attività agonistica e si concentra sulla sua vita privata, dedicandosi con la stessa determinazione alla famiglia e ai suoi due figli, Leonardo e Zoe. Abbandona le Fiamme Gialle e torna a Rosignano, dove completa gli studi laureandosi in Scienze Motorie. Inizia a lavorare a Cecina, gestendo la palestra dove è cresciuta e allenando più di 100 bambini. Mantiene sempre i contatti con il mondo sportivo come consigliera atleti e consigliera tecnici del CONI.

Desiderosa di aiutare il suo territorio con l'esperienza maturata nell'attività sportiva, nel 2024 diventa assessore allo sport e al turismo del Comune di Rosignano Marittimo. È anche esperta della International Judo Federation Judo Academy, e questo la porta a viaggiare per il mondo per organizzare e gestire corsi di formazione per tecnici.

Quando l'ho incontrata per l'intervista, Giulia mi ha subito conquistata. Alta e flessuosa, ha un dolce sorriso che ammalia. Parla con calma e pacatezza; ad ogni parola si intuisce la sua passione per il judo, la sua determinazione e tenacia, ma anche una grande freschezza e umiltà. Racconta i suoi inizi sportivi, le difficoltà di vivere da sola a 17 anni a Roma, lasciando la famiglia e gli amici, i sacrifici e le rinunce quotidiane per potersi allenare, ma anche il supporto ricevuto dai genitori che l'hanno spinta a non mollare, insieme al suo primo allenatore.

Alla domanda su quale sia il momento più significativo della sua carriera sportiva, non ha esitazioni e ricorda con emozione la medaglia d'oro a Pechino, definendolo un “momento impagabile”. La voce diventa più flebile mentre ricorda il podio e l'inno di Mameli che suona; si emoziona ancora… si vede.

Per Giulia, lo sport è stata un'esperienza unica, dai mille colori come l'arcobaleno, divertente: ha girato il mondo, conosciuto persone e stretto forti legami di amicizia con atleti che condividono le sue stesse motivazioni e passioni. È stata un'esperienza molto formativa che le ha permesso di acquisire valori fondamentali quali il rispetto e l'umiltà

Una frase di Giulia la riassume perfettamente: “La prima cosa che ho imparato dal mio sport è cadere, ma soprattutto ho capito il significato di rialzarsi ogni volta, di vedere in chi ti ha fatto cadere la tua forza a migliorarti, cogliendone le strategie e adattandosi alle sue mosse, come fa il salice quando, carico di neve, invece di resistere, flette i suoi rami finché il peso scivola via e l'albero può di nuovo allungarsi. È una calma profonda quella che sono riuscita a costruire dentro di me in questi anni; con tanta pratica e umiltà, ho imparato a sviluppare sempre di più il rispetto per l'avversario e per l'arbitro, accettando ogni volta la sconfitta con un inchino.”

Ora insegna a cadere e a rialzarsi a più di 100 bambini, e ogni giorno per lei è un'esperienza significativa e gratificante. Cerca di trasmettere i valori fondamentali del judo, ma anche di tutti gli sport: dedizione, sacrificio, impegno, educando le nuove generazioni a crescere sane, motivate e rispettose. Certo, non tutti riusciranno a fare una carriera splendente; molti ragazzi abbandoneranno lo sport, specialmente durante l'adolescenza, quando altri stimoli e passioni si fanno forti. Ma l'importante per Giulia è formare: ciò che si apprende nello sport si metterà in pratica in ogni attività della propria vita: impegno, sacrificio e desiderio di raggiungere obiettivi, con lo sport e con il judo si diventa uomini e donne migliori. Grazie Giulia!






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