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web: Salute e Diritti al tempo del Covid

Le situazioni di privazione della libertà personale

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  • Club: Livorno
  • Autore: Maria Emanuela Bacci di Capaci
  • Ultima modifica: Maggio 2021

Salute e diritti al tempo del covid - Giovanna Bacci di Capaci  Vicepresidente Soroptimist club Livorno

Ieri 5 maggio alle ore 21.00 nell'incontro on-line organizzato dal Soroptimist club di Livorno è stato affrontato un argomento di grande attualità "Salute e diritti al tempo del covid. Le situazioni di privazione della libertà personale".Due relatori di eccellenza, Andrea Raspanti ed Emilia Rossi, hanno parlato con concretezza e grande sensibilità delle loro esperienze in campo e della riduzione delle libertà personali che purtroppo hanno costatato all'interno di quei luoghi di reclusione (zone d'ombra, spazi sconosciuti per la maggioranza degli italiani), che sono stati toccati non solo dalla pandemia, ma anche dalle normative (gli incalzanti, ben noti DCPM) che hanno tentato di arginarla.

Un webinar molto partecipato al quale hanno assistito numerose socie livornesi, la Presidente nazionale eletta Giovanna Guercio, la referente del notiziario nazionale Linda Martinelli, la Presidente del club di Sanremo Nicoletta Canton Vecchietti e socie dei Club Roma Tre, Bergamo e Milano. 

L'Assessore al Sociale del Comune di Livorno, Andrea Raspanti, che - come ha specificato la Presidente Fiorella Chiappi, quando l'ha introdotto, ha assunto di recente anche la delega ai diritti - ci ha illustrato la situazione livornese. Le restrizioni intervenute e i conseguenti effetti destabilizzanti per gli ospiti nelle case circondariali; nelle RSA pubbliche e private in cui il covid è penetrato a livelli altissimi; e nei reparti ospedalieri (SPDC) che alloggiano i malati sottoposti a trattamenti sanitari obbligatori, che in tempo di covid, sono stati privati ex-abrupto dell'aiuto e del conforto delle Associazioni di volontariato alle quali, per le normative a tutela della salute, è stato negato l'ingresso nei reparti.  L'Assessore, che ha alle spalle una quinquennale esperienza di contatto e di lavoro con i carcerati ed è particolarmente sensibile alle loro problematiche, ci ha raccontato della raccolta fondi fatta tra i detenuti del carcere livornese per aiutare i "liberi" che a causa della pandemia hanno assaggiato - come tutti noi - la mancanza di libertà, ma che hanno perso anche il lavoro e ci ha letto la toccante lettera di accompagnamento in cui si auspica una maggiore empatia tra liberi e reclusi. L'Assessore crede che possa col tempo avvenire questo cambiamento culturale sul territorio, un'inclusione sociale, una sorta di osmosi tra reclusi e cittadinanza, ma è necessario che le persone libere si accorgano e si facciano carico delle difficoltà di coloro che sono in reclusione e che portano avanti un personale percorso di riabilitazione. Raspanti ci ha informato che a Livorno è stata istituita la "casa dei diritti" della persona contro pregiudizi e ogni genere di discriminazione. Una nuova istituzione, attualmente rallentata dal covid, che è un passo avanti condotto dalla città per la democrazia.

La nostra socia Emilia Rossi, proprio in questi tempi in cui tutti soffriamo della privazione della libertà e delle nostre abitudini che tanto ci mancano, sta svolgendo l'impegnativo e faticosissimo ruolo di componente del Collegio del Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.  Ci ha illustrato, con l'entusiasmo e la passione che la distinguono, il suo lavoro a pieno ritmo che consiste in continue visite nei numerosi luoghi dove la libertà delle persone è più a rischio: prigionieri nelle carceri, malati nelle SPDC, anziani nelle RSA, migranti sia nelle navi sia nelle "gabbie" (questo è il termine volutamente usato da Emilia) dove alloggiano, persone con disabilità e cura e tutela dei loro diritti. Visitare e vedere di persona i luoghi dove più si annidano fragilità e vulnerabilità, per intervenire di conseguenza. In questo devastante periodo di pandemia, l'intervento del garante è stato particolarmente necessario nelle RSA che, per le misure di prevenzione istituite dalla normativa, sono state chiuse e rese inaccessibili. Gli anziani, per mesi e mesi, non hanno potuto ricevere visite e non potevano uscire, è stata loro negata la presenza degli amministratori di sostegno e di tutti coloro che in tempi normali fanno attività d'intrattenimento, di sostegno psicologico, ecc.

Come Garante, Emilia Rossi ha visitato innumerevoli RSA per sincerarsi di come vivono le persone all'interno delle strutture, "se fissano il vuoto" - come ha osservato Emilia - o interagiscono con il personale, costatando ora situazioni di grande fragilità, ora situazioni in cui il diritto alla salute era preservato insieme al benessere psicofisico degli ospiti. In caso di necessità, il Garante si muove con le Regioni che vengono incalzate perché agiscano per restituire la dignità agli ospiti delle strutture sanitarie e superando un "atteggiamento difensivistico" ad oltranza, si preoccupino anche dei bisogni psicologici degli anziani, ai quali basta spesso solo un sorriso dei parenti per stare meglio.  Per questo scopo sono state finalmente istituite "le stanze degli abbracci" al fine di garantire un po' di umanità in quel brutale isolamento di fatto.

Emilia ha poi accennato alla situazione delle carceri dove, durante il covid, non sono state fatte per più di un anno, le attività trattamentali (scuola, teatro, lavoro, corsi vari, ecc) che migliorano le condizioni di vita dei reclusi e servono per una sana rieducazione e un reinserimento nella società.

L'interessante incontro si è concluso, dopo che Raspanti e Rossi hanno risposto ad alcuni quesiti delle partecipanti al webinar.

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