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CONSEGUENZE EMOTIVE DELLA QUARANTENA: CHE FARE?

Convegno online del Club post emergenza Covid 19

CONSEGUENZE

Il 10 giugno 2020, sulla piattaforma Zoom, si è tenuto un incontro sul tema: “Il cervello fra emozioni e pensieri: pillole per trovare un equilibrio in Fase 2”, relatrice la socia Chiara Cimbro, Psicologa Psicoterapeuta. La relatrice ha dapprima individuato i sintomi di disagio emotivo che l’emergenza ha provocato, sia a livello individuale che collettivo, approfondendone i vari aspetti. Ha fornito poi alcune linee guida, da adattarsi ad ogni situazione specifica, per superare il disagio e riacquistare l’equilibrio psicofisico.

Invito alla conferenza: in allegato, a destra

La relatrice ha spiegato che le persone che hanno vissuto un’esperienza traumatica grave e intensa possono presentare nei giorni e nelle settimane successive all’evento, un’ampia varietà di sintomi che in molti casi scompaiono spontaneamente, mentre in altri tendono a stabilizzarsi. Ha individuato poi le 5 categorie in cui i sintomi sperimentati dalla persona possono suddividersi:

1)     Sintomi d’intrusione: improvvisi e ricorrenti flash back, in cui si ha la percezione di rivivere l’evento traumatico, ricordi intrusivi e sogni.

2)     Umore negativo: incapacità di provare emozioni positive, mentre le emozioni prevalenti sono paura, tristezza, rabbia, colpa, vergogna.

3)     Sintomi dissociativi: un alterato senso di realtà relativo alla percezione di se stessi (depersonalizzazione) o dell’ambiente circostante (derealizzazione) o l’incapacità di ricordare elementi dell’evento traumatico (amnesia dissociativa).

4)     Sintomi di evitamento: tentativi di evitare ricordi spiacevoli, pensieri ed emozioni riconducibili all’evento traumatico, oppure le persone e i luoghi che innescano ricordi, pensieri ed emozioni negative. Alcune strategie di evitamento includono il ricorso all’ “automedicazione” tramite alcool, droga o cibo.

5)     Sintomi di attivazione fisiologica (arousal): disturbi del sonno, comportamento irritabile ed esplosioni di rabbia improvvisa ed immotivata verso gli altri. Sono inoltre presenti sintomi di ipervigilanza, di trasalimento o di allarme, problemi di concentrazione o di attenzione.

La relatrice ha poi proposto alcune linee guida, da adattare alle situazioni personali specifiche, che possono essere così sintetizzate:

·       Esporsi con cautela e consapevolmente alle informazioni, dedicandovi uno o al massimo due momenti nella giornata ed attenendosi a canali istituzionali e fonti accreditate (per evitare il sovraccarico di informazioni, che genera ansia);

·       Attuare comportamenti concreti di buona prevenzione e di “messa in sicurezza” (per sentire di avere il controllo della propria salute e di non essere inermi);

·       Imparare a riconoscere le proprie emozioni e a parlarne per normalizzarle, lasciando spazio anche a quelle positive, senza sentirsi in colpa;

·       Mantenere le proprie abitudini, compatibilmente con la situazione (alimentazione, sonno, lavoro, studio, svago, hobby, attività fisica, contatti sociali);

·       Cercare di sintonizzarsi sugli aspetti, anche marginali, di positività, per creare un contrappeso a quelli di negatività;

·       Comprendere che è normale riscontrare un rallentamento dei processi cognitivi e comportamentali;

·       Tenere rapporti sociali significativi e positivi che trasmettano benessere e che possano prevenire le fluttuazioni del tono dell’umore;

·       Autorizzarsi, senza sentirsi in colpa, a godere di momenti di svago e di benessere e lasciarsi prendere da emozioni legate alla gioia, al piacere, alla sicurezza;

·       Praticare il più possibile il movimento fisico, che è un importante segnalatore cerebrale di libertà e sicurezza: il nostro cervello ha bisogno di sentirsi pro-attivo e di mantenere -attraverso il movimento- un completo controllo della situazione;

·       Valorizzare l’utilità di un confronto con chi è esperto di tali problematiche, nella consapevolezza che incontri di questo tipo hanno lo scopo di velocizzare i processi di recupero e di autoguarigione

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