Comprendere i meccanismi attraverso i quali le differenze legate al "genere" agiscono sullo stato di salute, sull'insorgenza e il decorso di molte malattie, sull'efficacia delle terapie. Capire perché le cure sono diverse se a richiederle è una donna piuttosto che un uomo: un tema di grande attualità discusso davanti a folto pubblico giovedì 23 maggio a Pordenone nel corso del convegno tenutosi alle 16.30 a palazzo Mantica, organizzato dal Soroptimist Club di Pordenone.
Il termine "genere" definisce le categorie uomo e donna, fondate sia sulle differenze biologiche di sesso, sia sui fattori ambientali, socio-culturali ed economici che le condizionano. Il progresso scientifico e tecnologico in atto consente cure appropriate e mirate, a garanzia di una medicina sempre più personalizzata, a misura di uomo e di donna, basata sulla centralità della persona. Su questo si è concentrata l'attenzione della responsabile scientifica del convegno Gabriella Nadalin, primaria di Anestesia e rianimazione dell'Ospedale di San Vito al Tagliamento (PN) e socia del Club di Pordenone. La serata ha avuto al centro l'intervento di Gianfranco Marchesi neuropsichiatra di Parma, è seguita una tavola rotonda cui hanno partecipato il reumatologo Giorgio Siro Carniello, la diabetologa Patrizia Livolsi, socia del Club di Pordenone, Raffaella Michieli, medico di medicina generale, l'anestesista algologa Paola Nosella, la cardiologa Daniela Pavan e la ginecologa Roberta Pinzano. L'incontro è stato pensato dal club guidato da Maria Antonietta Bianchi Pitter per proporre un costruttivo momento di riflessione e di approfondimento su un tema rispetto al quale c'è sempre più attenzione.