Andrea Batilla racconta «Come ti vesti» e fa il pienone
Intervistato da Francesca Codeluppi, nell'incontro organizzato dal Club di Reggio Emilia, il giornalista e autore del saggio "Come ti vesti", ha ripercorso alcune delle tappe fondamentali della storia della moda, svelando alcuni codici di abbigliamento perchè "la costruzione della nostra identità passa anche e soprattutto attraverso gli abiti"
Un incontro straordinariamente partecipato quello di venerdì pomeriggio 3 marzo alla Libreria Coop all'Arco con il giornalista Andrea Batilla, formatore e direttore per 5 anni dello IED – Istituto Europeo del Design di Milano. Nel suo terzo saggio, "Come ti vesti", edito da Mondadori, Batilla ha fatto un percorso storico e sociale della moda, del costume, dei codici in essi contenuti. Intervistato da Francesca Codeluppi, nell'incontro organizzato dal Club di Reggio Emilia, ha ripercorso alcune delle tappe fondamentali della storia della moda, svelando alcuni codici di abbigliamento perchè "la costruzione della nostra identità passa anche e soprattutto attraverso gli abiti".
Un'occasione per parlare di società e di parità di genere, di empowerment femminile e di stereotipi, di social e di controcultura. "La moda sta sgretolando gli stereotipi di genere – afferma Batilla – ma nella società reale non è ancora così. Il paese ‘non reale', è quello in cui si lavora sulla moda senza pensare a genere o età. Il sistema ha bisogno di una ‘controcultura', sempre più difficile da trovare oggi, che porti un messaggio puro, politico e inclusivo. La moda, l'arte e la musica devono essere radicali e questa ricchezza non deve diventare subito parte del mainstream".
In una cultura in cui tutto viaggia ad altissima velocità, i giornali di moda sono stati surclassati dai social media. "Le informazioni e le risposte tranquillizzanti ai quesiti dei lettori, che una volta si trovavano sulle riviste – come mi vesto, che rossetto compro – ora vengono fornite dalle influencer: in una società che vive sull'autonarrazione, la narrazione dell'influencer impatta fortemente sull'immagine di una marca e determina le scelte d'acquisto delle persone. L'importante è non identificarsi in loro perchè altrimenti diventa un problema".
Dal Cinquecento alle provocatorie sfilate degli stilisti contemporanei, il lungo viaggio spazio-temporale di Batilla mostra con ironia e competenza come la scelta di un tessuto, di un taglio o di un colore non sia mai stata una mera questione di forma. L'abito è l'espressione più autentica di sé, il modo più vero, anche se talvolta inconsapevole, di raccontarsi agli altri. E quindi oggi come mi vesto? «Oggi ti metti qualcosa che ti rappresenta, che racconta quello che sei».