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Ho un fuoco nel cassetto

Francesca Cavallo dialoga con Giulia Galli

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  • Club: Taranto
  • Autore: Primula Vita Fornaro
  • Ultima modifica: Luglio 2022

Organizzato dal Soroptimist Club Taranto per la rassegna "L'angolo della conversazione", allo Yachting Club Taranto, l'incontro con Francesca Cavallo, autrice del libro "Ho un fuoco nel cassetto".

A condurre la serata, Giulia Galli che, dialogando con l'autrice, ha accompagnato il pubblico presente alla scoperta della sua personalissima storia.

La serata è stata introdotta da Silvana Melli, Presidente del Soroptimist Club Taranto, che ha ricordato fra i vari obiettivi del club, di sostegno delle potenzialità femminili, anche quello di far conoscere la letteratura e le opere delle donne scrittrici legate al nostro territorio per divulgare il sapere femminile e promuovere la lettura.

Si è detta quindi particolarmente lieta di presentare l'ultimo impegno letterario di Francesca Cavallo, figlia della nostra terra che ha saputo con i suoi libri dare voce alle donne, combattendo gli stereotipi di genere e trasmettendo l'idea che il mondo possa cambiare.

Francesca non ha avuto paura di uscire dai binari, di oltrepassare i confini, di "dar fuoco alle polveri" per demolire i muri che le impedivano di realizzarsi, per vivere liberamente ed essere padrona del proprio destino.

Nel corso della serata si è delineata la sua vita di donna, queer, che partendo da un paesino della provincia di Taranto (Lizzano) è arrivata a pubblicare, come coautrice, la serie "Storie della Buonanotte per Bambine Ribelli" (6 milioni di copie vendute e traduzioni in 48 lingue), che l'ha portata a diventare l'autrice contemporanea italiana più tradotta al mondo.

Oltre ad essere scrittrice è stata anche imprenditrice digitale: nel 2012, insieme a Elena Favilli, ha fondato in America, a San Francisco, la startup media, Timbuktu Labs, dalla quale è uscita all'inizio del 2019 dopo averla portata da 0 a 14 milioni di dollari di fatturato all'anno.

Francesca è nata nel 1983, ha lasciato Lizzano a 18 anni per studiare a Milano e, con il passare del tempo, ha iniziato a indagare più a fondo e a intravedere con più chiarezza la sua identità di genere.

Dal 2021 vive a Roma ed è un'attivista LGBTQIA+ ma, racconta: "Non è stato un percorso facile perché per anni avevo provato a seguire la mia curiosità ed ero costantemente stata riportata all'ordine".

"Queer è una parola che è stata a lungo un insulto. Si riferisce a quelle persone che non sono del tutto donne, né del tutto uomini. Ora però il rifiuto della visione binaria del genere è uno dei capisaldi della inesorabile rivoluzione in corso. Per troppo tempo abbiamo pensato che si nascesse uomini o donne, e abbiamo trattato qualsiasi manifestazione della natura che contraddicesse questo assunto come un'anomalia. Ma sempre di più le nuove generazioni si confrontano con il fatto che l'identità di genere sia infinitamente meno rigida di quello che pensavamo, perché attribuire delle caratteristiche fisse all'essere maschi o all'essere femmine è un modo estremamente limitante di accompagnare gli esseri umani alla scoperta di se stessi e degli altri. Imparare a non giudicare il modo in cui un'altra persona sceglie di presentarsi al mondo crea uno spazio fondamentale per la crescita di tutti."


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