In occasione della Festa dei Lavoratori, che cade proprio oggi 1° Maggio, è importante riflettere sulla condizione delle Donne nel mondo del lavoro italiano. Nonostante alcuni progressi negli ultimi anni, la situazione rimane preoccupante.
Secondo Eurostat, il tasso di occupazione femminile in Italia tra i 20 e i 64 anni è pari al 55%, contro una media UE del 69,3%. Ciò significa che, rispetto alla media europea, circa 14 punti percentuali di donne in meno sono attive nel mercato del lavoro.
Le donne guadagnano in media il 5% in meno degli uomini per lo stesso lavoro. Questo divario aumenta se si considerano le posizioni dirigenziali, dove le donne guadagnano fino al 30% in meno.
Le donne sono più soggette a contratti precari e part-time rispetto agli uomini. Quasi il 50% delle donne occupate lavora part-time, contro il 26,2% degli uomini.
La conciliazione tra esigenze lavorative e familiari pesa ancora principalmente sulle donne: una donna su cinque lascia il lavoro dopo la maternità.
Negli ultimi anni sono state introdotte diverse politiche a sostegno dell'occupazione femminile, tra cui: l'assegno di maternità è stato aumentato e esteso a tutte le lavoratrici, anche autonome in regola con il versamento dei contributi; è stato introdotto il bonus asilo nido per aiutare le famiglie a pagare le rette degli asili nido; il congedo parentale è stato esteso a 10 giorni obbligatori per i padri e a 10 mesi facoltativi complessivi per entrambi i genitori; dal 2011 la legge Golfo-Mosca ha introdotto misure per favorire la parità di genere nelle aziende, come la redazione di un piano per le pari opportunità.
Nonostante le politiche attivate, c'è ancora molto da fare per raggiungere la parità di genere nel mondo del lavoro. Gli obiettivi per il futuro devono essere: ridurre il divario di occupazione aumentando il tasso di occupazione femminile, in particolare per le donne con figli; garantire la parità di retribuzione a parità di lavoro; contrastare il lavoro precario promuovendo contratti di lavoro stabili e a tempo pieno; favorire la conciliazione vita-lavoro investendo in servizi per l'infanzia e per le famiglie; promuovere una cultura del lavoro più inclusiva e che valorizzi le competenze delle donne.
La parità di genere nel mondo del lavoro non è solo un tema di giustizia sociale, ma è anche un fattore fondamentale per la crescita economica del Paese. Per questo è necessario un impegno concreto da parte di tutte le istituzioni e di tutti gli attori sociali per rimuovere gli ostacoli che ancora impediscono alle donne di partecipare pienamente al mercato del lavoro.
Anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dedica una particolare attenzione all'occupazione femminile, prevedendo diverse azioni volte a: promuovere l'imprenditoria femminile finanziando la creazione e il consolidamento di imprese guidate da donne; potenziare i servizi per l'infanzia ampliando l'offerta di asili nido e scuole materne; investire nella formazione delle donne su competenze digitali e STEM; contrastare la violenza di genere rafforzando i servizi di sostegno alle donne vittime di violenza.
Nel settore lavoro la strada verso la parità di genere è ancora lunga, ma con il contributo di tutti possiamo costruire un futuro più giusto e inclusivo per le donne.