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Incontro con la Prof. Marina Dalla Giusta

Come le scienze comportamentali aiutano a comprendere le norme di genere

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  • Club: Torino
  • Autore: Agnese Vercellotti
  • Ultima modifica: Aprile 2023

Incontro con la Professoressa Marina Della Giusta, docente di Politica Economica all' UniversitàÌ€ di Torino, Visiting Professor all'UniversitàÌ€ di Reading e IZA Fellow, che si occupa di iniziative che riguardano la comunicazione dell'economia ed il progresso delle donne nella professione.

 "Rimpatria(rca)ta. "Conversazione su come le scienze comportamentali aiutino a comprendere le norme di genere prendendo spunto da osservazioni personali"; questo l'argomento della conversazione e dello scambio di conoscenze ed esperienze tra la relatrice, recentemente rientrata in Italia dopo 25 anni trascorsi in Inghilterra, e le presenti a partire dai divari di genere ancora esistenti in particolare in Italia e il persistere degli stereotipi che ne sono spesso l'origine.


La relatrice è rientrata da poco tempo in Italia dopo aver vissuto per 25 anni in Inghilterra dove ha svolto la propria attività di ricercatrice e docente all'Università di Reading, occupandosi di diseguaglianze di genere e di economia comportamentale; in questo incontro, la Professoressa Della Giusta, confrontando la realtà italiana a quella inglese, ha espresso le proprie impressioni che possono essere così sintetizzate:- Resiste la cultura patriarcale
- Norme e usi ancora vecchi che pesano sulle donne (doppio carico: lavoro di cura e lavoro       retribuito)
- Permane l'idea che, se la donna è impegnata fuori casa, il lavoro domestico debba essere     esternalizzato, come se il maschio italiano non fosse in grado di farsene carico.
- Il culto della bellezza impone alla donna di vestire con cura ed eleganza.
- C'è ancora troppa divisione dei ruoli sociali maschili e femminili.
- La cultura omofoba è ancora molto diffusa.
- Vi è una grande attenzione maschile al corpo femminile (evidente anche dall'uso dell'immagine   femminile nella comunicazione e nella pubblicità)
 - Le donne italiane sono mediamente più stressate per le molte occupazioni domestiche e di     cura che ne condizionano anche l'attività lavorativa e la cura di sé.

Da tutte queste osservazioni risulta evidente l'urgenza e la necessità di introdurre in tutte le scuole di ogni ordine e grado l'educazione alla parità di genere per la creazione di un'autentica cultura paritaria che promuova il superamento di luoghi comuni basati sugli stereotipi.

Questi ultimi, che generano luoghi comuni e pregiudizi, sono profondamente radicati nel nostro Paese e nessuno può dirsene immune o pensare di esserne al di sopra magari perché acculturato; agli stereotipi infatti si ricorre automaticamente nel formulare giudizi e compiere scelte con il cosiddetto "cervello pigro" che decide rapidamente in modo superficiale per associazioni, esperienze e, appunto, stereotipi.

Tendiamo a categorizzare le persone a partire dal colore della pelle e dal sesso e a giudicare ciò che è appropriato o meno in base al genere.

La prima impressione viene spesso confermata per una misura di autoprotezione, ed è quindi molto importante esprimerla con un pensiero più razionale che emozionale perché si finisce con attribuire alle persone qualità e difetti ancor prima di conoscerle.

Dobbiamo quindi essere consapevoli dell'esistenza degli stereotipi e della loro influenza su di noi, sui nostri giudizi e sulle nostre scelte; possono essere avvertiti come gabbie perché condizionanti (nella scelta dell'attività sportiva, dell'indirizzo di studio, di lavoro, dell'abbigliamento, di stile di vita), quindi contrastati, sapendo però che il costo del loro superamento può essere elevato poiché si deve andare controcorrente.

Nello scambio che è seguito si sono confrontate esperienze diverse circa la diseguaglianza di genere e come essa è stata vissuta nel tempo in Italia in altri Paesi, in particolare in Inghilterra.


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