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Il Nuovo Piano Paesaggistico Regionale

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  • Autore: Maria Adelaide Talevi
  • Ultima modifica: Febbraio 2020

La socia Stefania Casucci, architetto presso la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, ha disquisito sul tema del paesaggio, bene primario da tutelare secondo il dettato della Costituzione. Prima di illustrare Piano Paesaggistico Regionale (PPR Decreto 24 aprile 2018) Casucci ha esaminato le leggi di tutela, evidenziando che solo nel 2004 Il Codice dei Beni Culturali introduce il concetto di paesaggio come l’insieme di tutto il territorio regionale visto nella sua dimensione  identitaria, la cui valorizzazione concorre allo sviluppo della cultura nelle dimensioni del conservare,  dell’ideare e del fare.

La socia Stefania Casucci, architetto presso la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, ha disquisito sul tema complesso del paesaggio, inteso come bene primario da tutelare secondo il dettato della Costituzione. Responsabile dell’area funzione paesaggio della Soprintendenza, alla luce del Piano Paesaggistico Regionale (PPR) approvato con Decreto del Presidente della Regione del 24 aprile 2018, Casucci ha ottimamente evidenziato che la conservazione attiva per uno sviluppo sostenibile del paesaggio deve salvaguardarne le caratteristiche con un consapevole uso del territorio e con interventi sempre integrati e informati a criteri di qualità. Dal punto di vista normativo, la prima legge di tutela degli aspetti naturalistici, paesaggistici e storici è del 1939, aggiornata solo nel 1986 (legge n.431) con l’inclusione di altri elementi naturalistici di valenza paesaggistica, quali corsi d’acqua, laghi, boschi, monti. Solo nel 2004 il Codice dei Beni Culturali, secondo i principi della Convenzione Europea del Paesaggio, introduce il concetto di paesaggio come l’insieme di tutto il territorio regionale visto come bene identitario, la cui valorizzazione concorre a promuovere lo sviluppo della cultura, a mantenere attivo un patrimonio sedimentato di esperienze storiche e produttive, nonché a irrobustire i vincoli che stringono una comunità agli spazi in cui essa esplica ogni sua attività. Le aree da tutelare per legge sono elencate e rese accessibili nel sito dei Beni Culturali. Scopriamo così che non solo paesaggi famosi, ma anche quelli meno noti, marginali e fin quotidiani sono da proteggere e da riqualificare. Un rapido e parziale scorrimento dei siti menzionati testimonia la straordinaria ricchezza di un territorio che offre alla collettività ambienti di grande suggestione: Cividale, San Daniele, ville, parchi e giardini storici (Palazzo Antonini, Piazza Primo Maggio), gli orti urbani, via Zanon, le Rogge cittadine a Udine, i filari di Torviscosa, ma anche Villa Manin, Santa Margherita del Gruagno, il Foro Romano aquileiese, gli alberi monumentali, il centro storico di Venzone e le piazze di Trieste.

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