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LA PSICOLOGIA DELL'EMERGENZA

Ospite la dottoressa Patrizia Masino

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  • Club: Vercelli
  • Autore: Lunetta Lo Cacciato
  • Ultima modifica: Aprile 2021

Presidente della sezione piemontese di SIPEm SoS ha animato una chiacchierata sulla figura dello psicologo dell’emergenza e sulla gestione delle emozioni.

E’ stata ripercorsa la genesi e lo sviluppo di questa branca della psicologia nata a cavallo delle due guerre mondiali per ovvie esigenze post traumatiche e consolidatasi a seguito degli eventi emergenziali che nel tempo sono seguiti. Scopo degli psicologi dell’emergenza, attualmente quasi sempre attivati dalla Protezione Civile, è la protezione delle vittime e dei soccorritori da ulteriori traumi, il loro riorientamento in casi di confusione mentale, l’appoggio a chi deve comunicare “bad news” ma anche intervenire in modo pratico nell’immediatezza dell’evento.

La dottoressa Masino che vanta un curriculum ricco e una serie di attestati di specializzazione davvero cospicua, ha suddiviso le reazioni traumatiche in tre gruppi. Quella in cui domina la paura, quella in cui domina il dolore e infine quella dominata dalla rabbia. Tutte queste emozioni hanno una funzione conservativa pertanto ognuna , anche se spaventosa, ha una sua ragion d’ essere e non andrebbe repressa. La paura aiuta a gestire il pericolo ma è necessario evitare che sfoci in perdita di controllo, panico o paralisi reattiva; il dolore è connesso alla perdita o alla grande sofferenza ma è necessario alla guarigione in quanto è una elaborazione del trauma indispensabile al superamento dello stesso; la rabbia, infine, spesso l’ultima a comparire, va accolta dallo psicologo dimostrando empatia evitando che sfoci in manifestazioni di criticità’ sociale o di violenza. Si consiglia inoltre, dopo qualche settimana dal verificarsi dell’evento traumatico, una rielaborazione verbale di gruppo così’ da condividere e confrontare esperienze e sensazioni.

La pandemia da Covid19 purtroppo è ed è stata un’emergenza molto particolare perchè si è protratta e si sta protraendo nel tempo a differenza per esempio delle calamità’ naturali rendendo atipiche anche le reazioni della popolazione colpita e tutto questo rende peculiare e quasi inedito il tipo di approccio psicoterapeutico necessario.

In realtà la fase più’ acuta della vera emergenza si è avvertita nella prima fase della pandemia risalente ormai ad oltre un anno fa, oggi le nostre reazioni sono placate dalle risorse interiori di ognuno di noi, dall’abitudine a gestire le nostre emozioni, dai meccanismi di autodifesa che si dovrebbero essere attivati; ciò’ che permane è uno stato generalizzato di sofferenza e insofferenza, spesso di estrema stanchezza. Infatti attualmente più’ che di depressione si parla di assenza di gioia (LANGUISHING).

Tutte queste considerazioni naturalmente sono di carattere generale ma nel proseguio della serata, grazie all’interazione con le ascoltatrici, si è cercato anche di affrontare e analizzare esperienze più specifiche.

Unanime la preoccupazione per le conseguenze sui bambini, gli adolescenti, i giovani ma anche la costatazione della estrema fragilità psicologica della popolazione molto anziana che si sta, fatto inusuale, rivolgendo agli psicologi per essere aiutata; per loro sono cocenti i lutti, la solitudine, l’isolamento dovuto alla poca dimestichezza tecnologica, la sensazione di pezzi preziosi di vita perduti.

E’ stato un incontro denso di significati, utile ad analizzare i mesi che stiamo vivendo e a guardarsi dentro in modo consapevole, a cercare di prevedere le difficoltà emotive che ci aspettano ancora.

Bravissima la dottoressa Masino e brave le soroptimiste vercellesi che hanno colto un’occasione straordinaria per accendere un riflettore su quello che l’animo umano sta vivendo, per prendersi una carezza balsamica, per provare a prepararsi al futuro con qualche strumento in più’.

Nota carina, la serata è stata seguita anche da socie di club lontani, segno evidente dell’interesse suscitato dall’argomento.

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