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25 Novembre: luci e voci

Oggi è il primo giorno dedicato al contrasto della violenza delle donne

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  • Livorno

Oggi, 25 novembre, Fiorella Chiappi, la Presidente del nostro club, si sofferma sul significato della Giornata Internazionale per contrasto alla violenza contro le donne e sulle azioni per contrastarla, in cui s’impegna anche il Soroptimist a livello mondiale, europeo e italiano.
Il cambiamento culturale per il contrasto alla violenza di genere, domestica e assistita
“La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è stata istituita nel 1981 come contrasto alla violazione dei diritti umani per la discriminazione contro le donne e il permanere di disuguaglianze fra donne e uomini, nonostante la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, approvata il 10 dicembre 1948 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Un impegno globale, dopo un periodo di violenze inaudite culminate con la seconda guerra mondiale; un patto fra gli Stati e una nuova visione della civiltà umana, fondata sul principio dei Diritti Umani per donne e uomini.
Sono passati 72 anni da quella Dichiarazione, a cui si sono rifatte Costituzioni democratiche come la nostra, le legislazioni dei vari Stati per l’affermazione della parità di genere nei vari contesti e le Conferenze Internazionali delle Donne, promosse dall’ONU. Nella Piattaforma d’Azione della Conferenza di Pechino (1995) - il testo politico più rilevante e tuttora più consultato dalle donne di tutto il mondo con i suoi 12 punti di criticità, fra cui quello sulla violenza - viene affermato che “i diritti delle donne sono diritti umani” e che il principio delle pari opportunità tra i generi e della non discriminazione in ogni settore della vita, pubblica e privata è un valore universale.
Questi principi li ritroviamo anche al punto 5 – Gender Equality dell’Agenda 2030, il nuovo impegno internazionale per lo Sviluppo Sostenibile del pianeta, sottoscritto nel 2015 dai Governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. In particolare, per quanto riguarda il contrasto alla violenza, si dichiara l’impegno a “Eliminare ogni forma di violenza nei confronti di donne e bambine, sia nella sfera privata che in quella pubblica, compreso il traffico di donne e lo sfruttamento sessuale e di ogni altro tipo (5.2)” ed “Eliminare ogni pratica abusiva come il matrimonio combinato, il fenomeno delle spose bambine e le mutilazioni genitali femminili.”
In Europa, per il contrasto alla violenza di genere, domestica e assistita - quella che subiscono i minori in famiglie connotate da violenza domestica - un atto fondamentale è la Convenzione d’Istanbul del 2011, a cui si rifanno i vari Stati europei fra cui il nostro. Nella Convenzione, dopo aver ribadito che la violenza contro le donne è una violazione dei Diritti Umani e una forma di discriminazione, si afferma che i Paesi firmatari debbono contrastarla non solo con la protezione delle vittime, la persecuzione degli autori, ma anche con quanto possa agire a livello di prevenzione dei rischi e promozione del cambiamento culturale mediante azioni di sensibilizzazione culturale ed educazione. Un’azione complessa che - come afferma sempre la Convenzione - esige politiche integrate, collaborazione fra i vari soggetti coinvolti e formazione degli operatori.
Il monitoraggio degli esiti delle azioni, indicate dalla Convenzione, sono a cura del GREVIO, l’organismo indipendente del Consiglio d’Europa che verifica l’applicazione e gli esiti della Convenzione di Istanbul in tutti i paesi che l’hanno ratificata.
L’EIGE, l’istituto europeo per l’uguaglianza di genere, si occupa, inoltre, di analizzare gli indici di Equità di genere nei vari Paesi Europei e verificare i cambiamenti.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, già nel 2002, “La violenza di genere è un grave problema sociale e culturale, un’emergenza sanitaria” che esige azioni mirate, quali progetti educativi per bambini, adolescenti, adulti e formazione degli operatori (World report on violence and health, 2017),.
Di formazione, educazione e comunicazione finalizzata al cambiamento culturale si è parlato in Italia nel Piano Strategico Nazionale 2017-2020 sulla violenza maschile contro le donne (Dipartimento P.O. del Consiglio dei Ministri). Particolare accento è stato posto sulla sensibilizzazione attraverso i mass media, sul ruolo della comunicazione e della pubblicità rispetto agli stereotipi di genere, al sessismo e ai loro effetti sul fenomeno della violenza maschile contro le donne, all’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna, ai percorsi di rieducazione degli uomini autori di violenza per evitare la recidiva, sulla formazione di operatrici e operatori del settore pubblico e del privato sociale, sul ruolo della scuola, in particolare per educare le ragazze e i ragazzi alla parità e alla consapevolezza dei diritti. In coerenza con queste finalità il MIUR ha definito nelle Linee Guida Nazionali (2015) gli obiettivi educativi per i vari ordini di scuola: nella primaria accettare e accogliere le diversità e porre attenzione al linguaggio comunicativo onde evitare modalità offensive; nella scuola secondaria di I grado saper accogliere le complessità interiori e le possibili contraddizioni e definire in modo flessibile la propria identità; nella Scuola Secondaria di II grado promuovere la consapevolezza critica rispetto alla cultura dei diritti e a quanto la nega ed educare a riconoscere gli stereotipi e i pregiudizi etnici, sociali e culturali presenti nei propri e altrui atteggiamenti e comportamenti, nei mass media e in testi di studio e ricerca.”

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