La Convenzione d’Istambul ha posto l’accento sulla violenza di genere, domestica e assistita. Con quest’ultimo termine ci si riferisce a una forma di abuso minorile, a un maltrattamento psicologico che si verifica prevalentemente in ambito familiare, in presenza di violenza domestica. Come è stato definito dal Cismai (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l'Abuso dell'Infanzia) la violenza assistita è “il fare esperienza da parte del/la bambino/a di qualsiasi forma di maltrattamento, compiuto attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica, su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative adulti e minori”.
Oggi l’avvocata Alessandra Querci, socia e referente degli Statuti del Soroptimist club di Livorno, introdurrà il tema della violenza assistita e domani lo approfondirà con un’intervista alla dott.ssa Maria Serenella Pignotti, pediatra e medico legale di Firenze.
La Violenza assistita e la Convenzione d’Istanbul - Alessandra Querci
Nel periodo 25 Novembre/10 dicembre, dedicato al contrasto alla violenza di genere, il Soroptimist International Club di Livorno per divulgare e incentivare quel cambiamento culturale che è ritenuto indispensabile supporto alle azioni di contrasto alla violenza su donne e bambini - obiettivo che il Soroptimist International persegue a livello internazionale, europeo e italiano -, tra le varie iniziative ha realizzato una serie di interviste a persone che, per il ruolo che ricoprono, si occupano di contrasto alla violenza.
Oggi parliamo di violenza assistita. La Convenzione di Istanbul, adottata dal Consiglio d’Europa nel 2011, ratificata dall'Italia il 28 maggio 2013 e ancora considerata il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante nel contrasto e nella prevenzione della violenza sulle donne e della violenza domestica, interviene con disposizioni specifiche anche a tutela dei bambini che abbiano assistito a violenze e, proprio per questo, anch’essi vittime (artt. 26, 31, 45 e 46). La Convenzione orienta gli operatori del diritto, in specie coloro che siano chiamati a prendere decisioni per le persone di minore età, a tenere in primaria considerazione i diritti ed i bisogni dei bambini testimoni di violenza; a tenere conto degli episodi di violenza al momento di determinare i diritti di custodia e di visita dei figli, garantendo che l’esercizio dei diritti dei genitori non comprometta diritti e sicurezza della vittima o dei bambini; ad adottare misure nei confronti degli autori di violenza, anche privandoli della “patria potestà” (oggi responsabilità genitoriale), se l’interesse superiore del bambino non possa essere garantito in altro modo. La Convenzione, inoltre, considera circostanza aggravante del reato il fatto che questo sia stato commesso su un bambino o in sua presenza.