Beatrice, 23 anni, è stata in Nepal l’estate scorsa con un’organizzazione di Volontariato ed ha realizzato un reportage con immagini raccolte in una zona rurale: singoli scatti di “Volti” e vari filmati assemblati in una narrazione della vita e dei luoghi del Paese. Espressioni di età e situazioni diverse ma con una serenità certo collegata alla religione buddista. La situazione del territorio dopo il terremoto del 2015 disorienta le persone in un ambiente diverso, mentre a fatica si ricostruiscono le abitazioni: in ogni caso è la donna a reggere la casa e la famiglia anche col proprio lavoro.
All’Hotel Coppe la riunione ha avuto una relatrice speciale per la sua età: Beatrice Goiza, 23enne. Di famiglia bilingue italiana e slovena, si è diplomata al Liceo Pedagogico Slomšek e poi ha frequentato un biennio universitario di Ginecologia e Ostetricia all’Università di Lubiana. La sua passione per la fotografia, unita ad una curiosità per le culture del nostro pianeta l’ha indotta a lasciare la Medicina per cercare invece un’organizzazione internazionale di Volontariato che le permettesse di visitare il Nepal.
Per il Soroptimist il Nepal è la zona destinataria dell’azione del Soroptimist International Day per risollevare la situazione difficile provocata dal terremoto del 2015, in particolare dando istruzione alle ragazze.
Per Beatrice ora la Fotografia è l’interesse più importante, che intende perfezionare in una prospettiva professionale.
Alla nostra riunione ha portato due serie di immagini raccolte in una zona rurale: una di singoli scatti di “Volti” e l’altra di vari filmati assemblati poi in una narrazione della vita e dei luoghi del Paese. I “Volti” raccolgono espressioni di età e situazioni molto diverse, ma in tutti c’è sottesa una serenità che non possiamo non pensare collegata alla religione buddista professata dalla popolazione. La religione tuttavia resta sullo sfondo, mai ripresa direttamente, anche per il divieto alla reporter di entrare nei templi. Il filmato mostra la situazione del territorio squassato dal terremoto e delle persone disorientate nella costrizione ad un ambiente più affollato o anonimo rispetto alla condizione pre terremoto, con la faticosa ricostruzione delle abitazioni in luoghi e con tecniche diverse, e magari neanche completate: in tutte le situazioni è la donna che ha il compito fondamentale di reggere la casa e la famiglia anche col proprio lavoro.
Il lavoro di descrizione della terra del Nepal è stato molto interessante ed apprezzato dalle socie presenti, che hanno posto domande sulla serietà dell’organizzazione di Volontariato e sul futuro di questo reportage, per il quale Edda Serra ha dato alcune indicazioni puntuali per proseguire e perfezionare il lavoro.