L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha da sempre sottolineato l’importanza della qualità dell'aria indoor e la potenziale pericolosità degli inquinanti emessi dalle sorgenti indoor, al punto da rappresentare uno dei principali determinanti per la salute: 3,5 milioni sono le vittime degli ambienti insani. Il Club Bolzano-Bozen, sensibile a tale tema, ha voluto organizzare, lo scorso 15 gennaio 2019 presso l’Antico Municipio di Bolzano un convegno sull'attuale tema “Inquinamento Indoor - Più grave anche dello smog".
L'argomento è stato trattato da tre illustri esperti a livello nazionale e locale: il dott. Fabrizio Natolino, Specialista in Tossicologia Medica, il dott. Gaetano Settimo, Coordinatore Gruppo di Studio Nazionale Inquinamento Indoor ISS ed il dott. Werner Tirler, Direttore “ecoresearch” Bolzano, che hanno intrattenuto i presenti sullo spinoso e ancora troppo poco dibattuto tema dell’inquinamento degli ambienti chiusi, generalmente indicati con il termine inglese indoor (abitazioni, uffici, scuole, ospedali, banche, palestre, autobus, treni o aerei, per citarne solo alcuni) e che rappresenta uno dei principali temi di sanità pubblica, considerando l’elevato numero di ore giornaliere che attualmente la popolazione trascorre in tali ambienti.Il pensiero comune è che purtroppo ancora troppo poco sappiamo di quanto anche l’ambiente apparentemente più innocuo possa nascondere in termini di tossicità, in presenza dei molteplici materiali sintetici che lo compongono.
Preferiamo la bicicletta all’auto, differenziamo i rifiuti, ma non conosciamo i nemici invisibili che respiriamo quotidianamente. Infatti, attraverso la respirazione e la pelle entriamo in contatto con una miriade di sorgenti inquinanti dell’aria (materiali da costruzione, vernici, solventi, colle, detersivi, cosmetici, tessuti, deodoranti, diffusori di profumi, incensi, radon, muffe, forfore animali, fumo passivo).
Per capire da dove vengono e come liberarsi dei nemici invisibili che ospitiamo in casa nostra, dobbiamo guardare gli spazi con altri occhi e riflettere sui nostri comportamenti fra le mura amiche. La stanza, ad esempio, in cui ci sono più contaminanti è la cucina, teoricamente è uno dei posti più puliti ma quando accendiamo i fornelli bruciamo gas metano, una miscela di idrocarburi che rilascia anidride carbonica, monossido di carbonio, ossidi di azoto e aldeidi in concentrazioni superiori a quelle dell’aria esterna. Il metano è la molecola più vicina a formare la formaldeide, un gas cancerogeno che si decompone lentamente, e lo può fare proprio con la combustione.
L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha creato una Task Force di esperti proprio sull’inquinamento dell’aria indoor. Il dott. Gaetano Settimo ha illustrato come in Italia manchi una legislazione specifica e come le conseguenze della mancata regolamentazione abbiano un costo per il sistema sanitario di 200 milioni di euro. Inoltre, ha evidenziato l’esigenza di una maggiore condivisione di informazioni nell’opinione pubblica sui rischi connessi a determinati prodotti o pratiche.
In attesa di una legge quadro a salvaguardia della nostra salute, possiamo attivare qualche accorgimento: al primo posto il ricambio d’aria, a contrasto delle emissioni chimiche degli arredi.
In molti Paesi del Nord Europa l’attenzione per questo tema è molto alta: vengono effettuate periodiche rilevazioni, si adottano misure preventive e gli edifici vengono ripensati in quest’ottica. È interessante l’esempio della Francia, che dal 2012 ha un’etichetta obbligatoria per i prodotti da costruzione immessi sul mercato, che indica le classi da A+ a C in base alle loro emissioni di composti organici volatili negli ambienti chiusi. Chi acquista un prodotto sa in questo modo quanto inquinamento indoor produce il suo utilizzo. Questo ci fa capire come il tema della qualità dell’aria indoor è molto importante e come le aziende siano chiamate a migliorare il proprio processo produttivo per avere un’impronta emissiva migliore che si traduce non solo in una maggiore competitività produttiva ma soprattutto in salute della popolazione.
Sono in uscita in Italia (aziende trentine e venete) sensori ideati per misurare agevolmente la qualità dell’aria e lo smog elettromagnetico. Anche i settori in espansione, quali quello della bioedilizia e della domotica si occupano delle scelte progettuali, dei materiali innovativi e delle tecnologie per abbattere le emissioni inquinanti negli ambienti chiusi dove trascorriamo il 90% del nostro tempo.