Chiara Benedetto, Prof. Ordinario di Ginecologia e Ostetricia, Direttore del Dipartimento Discipline Ostetriche e Ginecologiche Università degli Studi di Torino-Ospedale S. Anna e Socia del Club, ha introdotto l'argomento della medicina di genere con la relazione "Cuore al femminile: differenze genere-specifiche e azioni preventive"
M. Rosa Conte, Cardiologa Primario Emerito dell'Ospedale Mauriziano di Torino, con "La cardiopatia ischemica nella donna: epidemiologia, diagnosi e terapia" ha illustrato il tema specifico delle patologie cardiache al femminile.
Con due relazioni è stato affrontato il tema della medicina di genere con particolare riguardo alle patologie cardiache.
La Prof. Chiara Benedetto ha spiegato come e perchè si sia affermato il principio della medicina di genere a partire dal 1991 sino a diventare nel 2000 "obiettivo strategico" universalmente riconosciuto.
Differenze di genere si riscontrano infatti sin dalle prime settimane del feto; le condizioni in cui si svolge la gravidanza influenzano la salute futura: di qui la responsabilità della donna nell'evitare i fattori a rischio di sviluppo di malattie vascolari di cui i principali sono: fumo, diabete, ipertensione, vita sedentaria, abuso di alcol.
Per la donna costituiscono inoltre rischio la depressione (con un rischio d'infarto maggiore del 50%), la violenza subita e la menopausa.
Occorre quindi che le donne siano consapevoli, attrici del proprio benessere, sapendo che la patologia cardiaca ischemica è la prima causa di morte delle donne in Europa.
A tale scopo è in atto la campagna di informazione internazionale WELL ( Women, Empowerment, Learning, Links) cui hanno aderito la Società Italiana Ginecologia e Ostetricia e la fondazione Medicina a Misura di Donna di Torino.
La Dott. M. Rosa Conte, con l'ausilio di slides, ha ben illustrato l'entità del problema che le patologie cardiache costituiscono per le donne, sia in termini di percentuali che di cure.
La maggior difficoltà nella diagnosi di infarto in corso per i sintomi di più difficile identificazione ne ritardano spesso il riconoscimento con fatali ritardi nell'intervento; lo dimostra ad esempio il più lungo permanere delle pazienti nei pronto soccorso rispetto agli uomini. Questo comporta una maggior mortalità femminile.
Le malattie cardiovascolari costituiscono il 19% delle morti per l'uomo e ben il 23% per la donna; si è notato inoltre un aumento soprattutto nelle donne giovani (quarantenni); ciò sembra dovuto anche allo stress da lavoro "maschile"; l'infarto STEMI ha in particolare avuto un incremento del 10%.
Più fattori di rischio, già evidenziati dall Prof. Benedetto, si moltiplicano e si sommano a determinare il rischio cardiovascolare; inoltre le donne non sono sufficientemente rappresentate nei triage (solo 20%) quindi le cure sono tarate su altri pazienti ( uomini, giovani..) gap di cui però si va prendendo coscienza.
Tuttavia le donne reagiscono meglio alle cure, quindi è necessario tenere sotto controllo la situazione attraverso un'attenta prevenzione e la riduzione dei fattori di rischio.
L'incontro è stato molto interessante e coinvolgente per la grande esperienza professionale e la passione al tema delle due illustri Relatrici.