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Dalla filologia classica alla dialettologia.

Dalla
  • Autore: Rosanna Scipioni
  • Ultima modifica: Giugno 2018
  • Parole Chiave: conferenza , conviviale , intermeeting , lingua italiana
  • Alessandria

In intermeeting con il Club Lions Host di Alessandria una conviviale un po’ diversa dal solito. “Un dilettante allo sbaraglio: dalla filologia classica alla dialettologia” questo il titolo della serata in cui il prof. Gianluigi Ferraris ci ha intrattenuto sulle sue più recenti ‘sofferenze’ di lessicografo e di traduttore con esperimenti di traduzione dal latino in dialetto monferrino e dialetto mandrogno. La lingua dotta per eccellenza, il latino, e la lingua che fino a poco tempo fa ci si ‘vergognava’ a pronunciare. Si torna al valore delle origini; il dialetto diventa una lingua di ‘valore’.

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In intermeeting con il Club Lions Host di Alessandria ci siamo incontrati per una conviviale un po’ diversa dal solito nella nostra sede. “Un dilettante allo sbaraglio: dalla filologia classica alla dialettologia” questo il titolo della serata in cui Gigi Ferraris, presidente della Società Alessandrina di Italianistica, autore di varie pubblicazioni su scrittori dell’Ottocento e del Novecento, ci ha intrattenuto sulle sue più recenti ‘sofferenze’: di lessicografo (Dialetti Monferrini. Grande dizionario dell’uso: intertestuale, fraseologico, etimologico, aneddotico, due tomi indivisibili) e di traduttore (Quinto Orazio Flacco-Gian Luigi Ferraris-Luciano Olivieri, Quintus Horatius Flaccus, in nòster amì?NLG, dieci + dieci ludici esperimenti di traduzione dal latino in dialetto monferrino e in dialetto mandrogno, con qualche aggiunta extraterritoriale).

Due opposti, che evidentemente e concretamente, si attraggono. La lingua dotta e madre per eccellenza, il latino, e la lingua che a un certo punto, mica troppo tempo fa, ci si ‘vergognava’ a pronunciare. Faceva, ‘ignorante’, non istruito. E invece, tutto cambia, si torna al valore delle origini e anche il dialetto diventa una lingua di ‘valore’.
E poi c’è chi le coniuga entrambe. Come il professor Gigi Ferraris che scrive, con l’amico Luciano Olivieri, “Quintus Horatius Flavia, in noster amis”.
Da Orazio al dialetto fubinese e mandrogno, è un attimo. Il dialetto non è più espressivo dell’italiano ma su una parola si caricano spesso una pluralità di significati che danno l’idea di una maggiore complessità e espressività.
Soroptimist e Lions Host insieme per conoscere l’evoluzione della lingua italiana e le sue bellezze, memorie locali e linguistiche coltivate da anni con assiduo impegno.

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