Oggi pubblichiamo il quarto articolo, redatto da una socia del gruppo scrittura, all'interno del progetto "Orange the world 2023" su immagini iconografiche e storiche riferite a episodi di violenza sulle donne - progetto Violenza senza Tempo.
L'autrice è la socia Giovanna Bacci di Capaci, titolare della Galleria d'Arte 800/900 ARTSTUDIO.
ANGIOLO TOMMASI, Delusione olio su tela, cm 147 x 213 collezione privata
Questo dipinto è stato eseguito, tra il 1905 e il 1910, dal pittore livornese Angiolo Tommasi probabilmente a Torre del Lago. Amico e allievo dei pittori macchiaioli, Angiolo Tommasi (Livorno 1858 - Torre del Lago 1923) è un artista legato alla corrente verista, attento al dato naturale e alla realtà contemporanea. Ha dipinto paesaggi campestri e scene di vita contadina, molti ritratti e anche alcune opere di cronaca sociale (L'annegato, Gli Emigranti).
Il grande dipinto dal, direi, eufemistico titolo Delusione è un'opera a sfondo sociale, drammatica e aspra, che colpisce con violenza la sensibilità dello spettatore che è costretto dall'artista a guardare una verità che disturba il suo quieto vivere. Quest'opera è un unicum nella produzione non solo di Angiolo Tommasi, ma di tutta la compagine di artisti veristi italiani che hanno operato tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento.
Un capolavoro, molto ben orchestrato, dall'inquadratura ardita e inconsueta, che rende con dura evidenza il cupo dolore della donna violata e nello stesso tempo la sua fragilità. Le vesti e i capelli sfatti, l'abbandono del corpo, lo sguardo fisso nel vuoto della donna sono messi in risalto dal contorno luminoso del campo di fieno che la avvolge e temporaneamente nasconde la sua anima dolente, la sua vergogna, la sua angoscia, il suo annientamento. Perché in un batter di ciglia il mondo le è crollato addosso e quel mondo dovrà a breve affrontarlo da sola. Nel dipinto c'è dunque il suo corpo scomposto a parlare, insieme all'allusivo ramo secco e ritorto in primo piano che è presagio della vita difficile che la aspetta per aver amato e concesso a un uomo indegno la famosa e richiestissima "prova d'amore". Subirà in solitudine le conseguenze di aver ceduto all'amato, proverà un'infinita vergogna, terrà sempre gli occhi abbassati, si sentirà profondamente in colpa. E mentre il bellimbusto magari si vanterà con gli amici della recente conquista, lei aspetterà con ansia lo scoccare del mese, per emettere un sospiro di sollievo o rivolgersi, purtroppo, alla mammana di turno.
Questo vuol dire il quadro. Ma potrebbe anche far intendere che la giovane contadina non sia stata affatto consenziente, e abbia subito con violenza lo stupro di un singolo o di un gruppo.
Naturalmente non tutti gli uomini sono infami come il pittore ha voluto suggerire con il suo dipinto, e noi donne ne siamo ben consapevoli, li amiamo e li stimiamo, ci viviamo insieme con gioia e creiamo con loro una famiglia. Tuttavia nello scorrere dei secoli sono stati innumerevoli gli episodi, per lo più occultati tra le pareti domestiche, di prevaricazione sulla donna, e ancora si avverano nell'evoluto e civile mondo occidentale che afferma la parità di genere. Lavoriamoci su e in particolare rimbocchiamoci le maniche per potenziare la consapevolezza, l'educazione, i posti di lavoro per la donna che vive in fragilissime condizioni umane in gran parte del resto del pianeta. Il percorso da compiere coralmente è lungo e difficile, ma dobbiamo farcela.