Giovedì, 17 gennaio, serata Interclub con Stampa Club dedicata al tema "Impatti ed abilità al femminile, dal terremoto de L'Aquila al crollo del ponte Morandi: rischio, disastro, etica". La relatrice Dott.ssa Paola Guerra, fondatrice e direttrice della Scuola Internazionale Etica & Sicurezza Milano-L’Aquila, laureata in economia aziendale presso la Bocconi di Milano e studiosa di scienze e tecniche psicologiche presso l'Università di Padova, sta approfondendo lo studio del cervello umano sottoposto a fattori stressanti, la percezione del pericolo e del comportamento umano nelle emergenze.
All'Aquila, Guerra ha trascorso un anno, nel periodo del post terremoto di cui, quest'anno, ricorre il decennale.
La tesi principale è che il rischio può essere evitato, mettendo in atto tutta una serie di strategie e buone prassi, ovvero conformandosi a condotte politico-amministrative, etiche.
L'Italia è fra i Paesi a più alto rischio sismico ed idrogeologico, in Europa. Risulta, per tanto, inaccettabile che ogni Comune italiano non sia dotato di un piano di evacuazione ed emergenza. La sicurezza è un bisogno primario dell'uomo.
E’ necessario stilare un semplice formulario, composto da dieci regole base, salva vita.
Solo atteggiamenti razionali e sereni aiutano ad affrontare i vari rischi, qualora dovessero verificarsi.
Bisogna prevedere anche ciò che sembra impossibile che possa verificarsi perché il panico delle masse (non preparate a gestire i disastri) costituisce ulteriore fattore di rischio. Da qui, vie d'uscita sempre aperte, ampie ed accessibili.
Va anche stabilito, preventivamente, “chi deve fare, cosa”, chi è il responsabile di determinate azioni, che deve essere, a sua volta, preparato alla propria responsabilità.
Dopo un evento tragico – come è stato il terremoto dell'Aquila – si deve aiutare la popolazione colpita ad elaborare i traumi derivanti dalle emergenze a cui è stata sottoposta.
L'Aquila è stata completamente sbriciolata. Ciò che ha traumatizzato i bambini, in particolare, è stato il rumore, un rumore terrifico che è rimasto dentro di loro.
Guerra è rimasta nove mesi all'Aquila, svolgendo quotidianamente un lavoro di sostegno emotivo, supervisionando anche i soccorritori e gli operatori della Protezione Civile che, va ricordato, sono fra i migliori, al mondo, a livello di preparazione tecnica e dedizione.
Encomiabile è stata l'attenzione e la cura rivolta alle persone, colpite.
Il fenomeno sismico (soprattutto di forte intensità) produce forti traumi, in particolare sulle persone anziane che, in un attimo, perdono tutti i loro punti di riferimento.
Dopo un anno dal terremoto, si è registrato un aumento nel consumo di farmaci antidepressivi, pari al 37% e del 129% di antipsicotici, soprattutto fra la popolazione anziana e femminile.
Dopo la gestione delle prime emergenze (durata, circa, sei mesi), Guerra apre un Centro Studi per la ricostruzione, avviando un lavoro durato cinque anni. Occorreva ricreare il sogno di poter ripartire, ovvero la visione di un futuro possibile. Una simile operazione può essere svolta, unicamente, da chi viene da fuori.
Vengono svolte terapie di sostegno e rafforzamento della propria identità, a cui partecipano soprattutto le donne (l'uomo fatica maggiormente a mostrare le proprie ferite, soprattutto interiori). Si impara a tenere sempre pronta e vicina (soprattutto durante la notte) una borsa con un piccolo kit delle cose più necessarie (farmaci, documenti, soldi) per essere pronti a lasciare le mura domestiche, in caso di bisogno.
Qualunque trauma è un evento stressante e, dopo aver superato i primi momenti, subentra un sentimento di rabbia, che non deve essere combattuta perché testimonia del lavoro che si sta compiendo a livello psichico, per trovare soluzioni ed equilibrio interiore.
Quando si è sottoposti a forti stress, l'amigdala si attiva annullando le facoltà razionali della corteccia frontale. Così, cresce l'ansia e la paura che determinano tre reazioni fisiologiche primarie; il congelamento o paralisi; l'attacco; la fuga. A livello somatico, si riscontra un aumento dei livelli di cortisolo che possono favorire l'insorgere di fattori tumorali.
Effettivamente, in dieci anni, si è riscontrato, nella popolazione femminile Aquilana, un significativo aumento di tumori alla mammella.
Guerra lavora, fissando come obiettivo primario, per le persone da lei seguite, la resilienza, ovvero, la capacità di affrontare, razionalizzandolo, il grave trauma subito, riorganizzando positivamente la propria vita, valorizzando le opportunità positive, senza alienare la propria identità.
Dopo aver favorito la nascita di una rete sociale capace di sostegno emotivo, a livello individuale, si sono studiati dei percorsi basati sull'empatia, atti ad implementare l'autostima, l'auto efficacia e l'ottimismo.
Ci si può allenare alla resilienza. Va detto che le donne sono, naturalmente, più resilienti, in quanto più disposte ad affrontare i cambiamenti. Sono più flessibili, ad esempio, nel reinventarsi un lavoro, in quanto hanno geneticamente il compito della produzione e riproduzione della specie. Sanno elaborare strategie di coping ed essendo capaci di esprimere le proprie emozioni, hanno più facilità a trovare, insieme, soluzioni alternative, ai problemi.
Sono stati, altresì, organizzati degli incontri di mindfulness (otto, per la precisione) finalizzati ad implementare la percezione del proprio benessere fisico e mentale, così come la creatività.
Successivamente, con gradualità, è ripartita la vita della “new town”, con le varie attività.
Guerra cita come esempio di creatività ed espressività resiliente, il progetto “Minerva”, vale a dire la riscoperta e diffusione dell'arte del tombolo aquilano. Un percorso artistico, legato alle tradizioni più antiche del territorio (con conseguente recupero della propria identità), oltre che la creazione di uno spazio libero in cui molte donne hanno condiviso un percorso di crescita personale, attraverso la metodologia del coaching psicologico.
Silvia Ruspa, Corrispondente Notiziario