La prof. Francesca Culasso, Direttrice del Dipartimento di Management-Università degli Studi di Torino, nell'affrontare il tema "IMPRENDITORIALITÀ E LEADERSHIP AL FEMMINILE: DONNE A CONFRONTO", ha inizialmente fornito, con l'aiuto delle slide qui allegate, alcuni dati sulla occupazione lavorativa delle donne in Italia confrontandola con quella europea e internazionale. È emerso chiaramente che le difficoltà delle italiane dipendono in maggior misura dalla cultura in cui, sia in famiglia che nella società, permangono pregiudizi e stereotipi di genere tanto radicati da condizionare le donne stesse nelle loro scelte.
Nonostante che in Italia il numero delle laureate sia superiore a quello degli uomini, il tasso di occupazione femminile vede il nostro Paese al penultimo posto in UE (Svezia 80% - Italia 53%- Grecia 49%) si deve inoltre considerare che, come in tutti gli Stati membri, l'occupazione maschile è superiore come lo è la retribuzione a parità di lavoro. Le donne europee infatti guadagnano mediamente il 13% in meno e dovrebbero lavorare ogni anno un mese e mezzo in più per recuperare il divario.
La relatrice ha preso poi in considerazione l'empowerment femminile e la possibilità di carriera. Valutando la presenza delle donne nei parlamenti o nei governi si vede che le europee sono al terzo posto avendo impiegato ben ventidue anni a passare dal 16 al 32%; (in Italia la percentuale è attualmente del 21% in netto calo rispetto al 35% della legislatura precedente), mentre la più alta presenza femminile nel board si trova in Francia con il 45%; in Italia(41%) l'incremento è dovuto alla legge Golfo Mosca del 2011, ma le difficoltà per l'affermazione delle Top Manager consistono soprattutto nel perdurare degli stereotipi e dei pregiudizi di genere, insiti nella cultura atavica, che inducono le donne stesse a non sentirsi all'altezza, vuoi nelle materie tecniche, vuoi nei ruoli di responsabilità e apicali.
Sono quindi necessarie azioni specifiche che portino a superare gli ostacoli e che creino l'ambiente lavorativo adatto per favorire l'affermazione femminile sostenuta dalla formazione e dalla creazione di reti e community di donne con gli stessi obiettivi; la donna infatti dovrebbe smettere di preoccuparsi dell'immagine e concentrarsi sui propri obiettivi, ricordandosi che la leadership femminile non può prescindere dall'empatia, dote che caratterizza e differenzia la donna rispetto ai colleghi uomini e che le permette relazionarsi con le persone anche in funzione delle loro emozioni.
Considerando poi il campo dell'imprenditoria, le donne (51% della popolazione Europea) costituiscono solo il 34,4% degli imprenditori e solo il 30% di quelli che hanno lanciato una Start-up; esse sono per lo più presenti in settori poco innovativi e poco redditizi. Le donne hanno maggiori difficoltà di accesso al credito e al finanziamento bancario, difettano di informazioni, formazione, e accesso al network; a ciò si aggiunge la difficoltà a conciliare famiglia e impresa, problema per lo più inesistente per gli uomini, che può indurre in esse sensi di colpa. Questa situazione spiega perché in Italia le imprese femminili siano solo il 22% del totale, abbiano minor longevità, siano piccole, con reddito e fatturato bassi; la maggioranza si trova al Centro - Sud, dove è più difficile trovare un'occupazione.
La interessante e coinvolgente relazione ha suscitato nelle presenti un vivace e spontaneo scambio delle proprie esperienze lavorative vissute in ambiti professionali diversi.
Concludendo, si può senza dubbio condividere il pensiero di Mario Draghi che nel 2021 affermò che «Garantire parità di condizioni competitive significa anche assicurarsi che tutti abbiano eguale accesso alla formazione di quelle competenze chiave che sempre più permetteranno di fare carriera – digitali, tecnologiche e ambientali. Occorre quindi investire, economicamente ma soprattutto culturalmente, perché sempre più giovani donne scelgano di formarsi negli ambiti su cui intendiamo rilanciare il Paese. Solo in questo modo riusciremo a garantire che le migliori risorse siano coinvolte nello sviluppo del Paese» (M. Draghi, 2021)