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SI comunica...8 marzo

Incontro con Nadia Sforza: Rosalind Franklin: la donna che ha scoperto la struttura del DNA

Nadia
  • Club: Cremona
  • Autore: Graziella Baldaro
  • Ultima modifica: Marzo 2018
  • Cremona

Alla vigilia della festa della donna, mercoledì  7 marzo, Nadia Sforza, medico allergologo, socia e consigliera del Soroptimist Club di Cremona, ha tenuto un'appassionata relazione su Rosalind Franklin, scienziata di indiscusso valore che, anche perché donna, subì una grande ingiustizia. Infatti la sua scoperta della struttura del DNA, venne attribuita ad altri. Solo in tempi recenti, molto dopo la sua morte, la vertità è stata compleamete acclarata.

Rosalind Franklin nacque  Londra nel 1920 da una famiglia di ricchi banchieri. Fin da giovanissima si appassionò alle scienze  e nel 1938 riuscì ad entrare a Cambridge, dove si laureò in fisica nl 1941.

Nel 1946, alla fine della guerra, la Franklin si tasferì a Parigi dove lavorò nei laboratori dei Servizi Chimici dello Stato francese. Qui perfezionò la tecnica della cristallografia a raggi X, un sistema che permette la ricostruzione tridimensionale di strutture molecolari piccolissime, invisibili anche al microscopio. 

Tornò in Inghilterra nel 1951. Iniziò quell'anno la sua collaborazione col King's College di Londra. John Randall, direttore dell'unità biofisica, la incaricò di seguire uno studente, Raymond Gosling, nella sua tesi di dottorato, che riguadava appunto la struttura del DNA. Dell'esistenza e della  composizione biochimica del DNA il mondo scientifico era già a conoscenza, ma non si era ancora riusciti ad individuarne la struttura tridimensionale e di conseguenza non si comprendevano i meccanismi attraverso i quali si propagano le informazioni genetiche da un individuo a un altro. Le ricerche della Franklin, però, la portarono a scontrarsi con il collega Maurice Wilkins, che aveva iniziato tali studi prima di lei e che l'avrebbe voluta come assistente in un ruolo ancillare, consono d'altronde alla mentalità maschilista imperante all'epoca al King's College.

Grazie alla sua preparazione scientifica e alle sue doti intuitive la Franklin riuscì a produrre un'immagine nitida del DNA con una foto, la foto 51, che evidenziava la famosa struttura a doppia elica.

Anche altri scienziati però stavano effettando studi e ricerche sulla struttura del DNA, tra questi l'americano Linus Pauling che sembrava il più vicino a dei risultati,  l'americano James Watson e l'inglese Francis Crick che lavoravano insieme al Cavendish Laboratory di Cambridge. Watson, nell'intento di anticipare Pauling, riuscì a farsi mostrare da Wilkins la foto 51, da lui posseduta illegalmente all'insaputa della Franklin, che nel frattempo aveva lasciato il King's College, ambiente che le si era sempre dimostrato ostile, per il Bribeck College, dove si occupò del virus del mosaico del tabacco e del virus della poliomielite.

Nel 1953 la rivista Nature pubblicò un articolo nel quale Watson e Crick sostenevano di avere scoperto la struttura del DNA, ma per portare prove scientifiche alle loro asserzioni dovettero pubblicare anche un articolo della Franklin e di Gosling con la foto 51

Nel 1962 Watson, Crick e Wilkins ricevettero il premio Nobel per la scoperta della struttura del DNA e non citarono né ringraziarono mai Rosalind Franklin, senza il cui studio non sarebbero riusciti nel loro intento

Rosalind Franklin, che nel 1958, a soli 37 anni, era morta per un cancro alle ovaie (probabilmente come conseguenza delle radiazioni cui si era esposta con il suo lavoro), fu completamente esclusa dal riconoscimento.  

Riconoscimento che peraltro non aveva mai rincorso perché lo scopo del suo impegno era il raggiungimento del bene comune e non la ricerca narcisistica della gloria, come ben si comprende dalle parole che scrisse al padre nel 1938, quando entrò nel college di Cambridge:

 "Tu consideri la scienza (o perlomeno così ne parli) come una sorta di invenzione umana lesiva della morale ed estranea alla vita reale, un'invenzione che va tenuta sotto controllo e collocata fuori della vita quotidiana. Ma la scienza e la vita non possono e non dovrebbero essere separate. Per me la scienza fornisce una parziale spiegazione della vita. Per quanto è possibile, la scienza è basata sui fatti, sull'esperienza e la sperimentazione...Sono d'accordo che la fede sia essenziale per riuscire nella vita...Dal mio punto di vista, la fede sta nella convinzione che, facendo del nostro meglio, ci avvicineremo di più all'obiettivo e che l'obiettivo (il miglioramento di tutto il genere umano, presente e futuro) sia un bene degno di essere perseguito"

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