Il contributo straordinario di 5 milioni di euro che la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, ha destinato all’imprenditoria femminile, è una boccata d’ossigeno fondamentale e strategica in questo momento difficile per il nostro Paese. Le imprenditrici e le professioniste vanno supportate e sostenute con tutti i mezzi perché rappresentano una risorsa preziosa per l’economia italiana e per la gestione delle famiglie. Le donne sono abituate ad una maggiore flessibilità, e già da tempo e in forme diverse sperimentano modalità di lavoro agile, telelavoro e smart working con l’obiettivo di conciliare al meglio i tempi vita-lavoro.
Com’è emerso dall’ultimo rapporto ‘Donne imprenditrici in una economia e in una società che cambia’, realizzato da Confcommercio e Unioncamere, le donne imprenditrici hanno un effetto moltiplicativo sull’economia e sui consumi più degli uomini che diventano imprenditori eppure in Italia si fa ancora troppo poco per favorire la conciliazione dei tempi di vita-lavoro e diminuire il gap-gender.
In Italia, secondo gli ultimi dati di Confcommercio, le imprese femminili sono 1-3 milioni, in aumento del 2,7% rispetto agli ultimi 5 anni e generano occupazione per oltre 3 milioni di addetti, oltre il 14% di tutto il settore privato. Nel commercio e nel turismo gli occupati in imprese femminili sono oltre 1 milione, pari al 18,4% del totale addetti del settore (si arriva al 22,6% nel settore dell'alloggio e della ristorazione). Tra le imprese femminili, quelle giovanili, cioè under 35, incidono di più rispetto alle maschili (12,4% contro 8,6%) sull’economia.