L'8 febbraio la vincitrice della borsa di studio che il Club Modena ha istituito in ricordo della Dott. Maria Grazia Silvestri ha esposto i risultati della ricerca in una lectio, alla presenza del Magnifico Rettore. Un momento importante per tutto il Club.
"Esposizione postnatale a ftalati ed effetti sullo sviluppo infantile"
Si tratta di uno studio molto complesso, mai condotto prima, partito nel 2019 con l'arruolamento di 188 coppie: mamme, modenesi e in piccola percentuale extracomunitarie e relativo neonato a termine e sano.
Attraverso campioni di urine nei primi sei mesi di vita, è stata valutata, utilizzando la cromotopografia, la presenza sia dei metaboliti dei 4 ftalati vietati dalla legislazione nel 2020, sia di quelli ancora non regolamentati.
Essendo molecole lipidiche di sintesi sono in grado di attraversare la placenta e arrivare al feto.
Vengono infatti classificati come interferenti endocrini: molecole che alterano la fisiologia, la regolazione, la sintesi di ormoni sia sessuali che tiroidei, potenzialmente tossiche a livello del sistema nervoso, sono correlate anche alla dislipidemia e al diabete di tipo II.
Sono segnalati tra i contaminanti ubiquitari poiché, indipendentemente dalla struttura chimica (ad alto o basso peso molecolare) hanno la caratteristica di non legarsi in modo stabile ai polimeri a cui vengono aggiunti e quindi vengono rilasciati nell'ambiente durante tutto il ciclo vitale del prodotto.
Il contatto avviene sia per inalazione che per ingestione, per via cutanea o intravenosa: presenti nei lubrificanti, nei solventi, nei plastificanti fin dagli anni sessanta, garantiscono elasticità, morbidezza e durevolezza a imballaggi, giocattoli, abbigliamento, cuoio sintetico, prodotti biomedicali e di cura personale, cosmesi, rivestimenti, farmaci, arredamento, automobili.
La ricerca ha dimostrato un trend nella concentrazione dei metaboliti degli ftalati sia della mamma che del piccolo: alta al momento del parto, diminuisce nei primi tre mesi, in quanto il neonato è fermo e non interagisce se non con prodotti dedicati. Risale poi al sesto mese.
La maggior parte della popolazione si trova sotto i livelli di rischio, benché i primi mesi di vita siano un periodo estremamente vulnerabile, in quanto molto sensibile alle variazioni ormonali e alle potenziali interferenze di tale esposizione sull'accrescimento e lo sviluppo.
I bambini con un'esposizione che potrebbe superare i livelli di rischio considerati tollerabili aumentano se si tengono in considerazione le tantissime altre molecole con potenziali attività interferenti sul sistema endocrino, assunte giornalmente.
La ricerca non è ancora conclusa: sarà interessante studiare le concentrazioni anche ai 15 e ai 36 mesi dalla nascita, per poter valutarne gli eventuali effetti sullo sviluppo corporeo e neurocognitivo.
Si puo' fin d'ora concludere che le restrizioni in vigore non sono sufficienti a eliminare completamente l'esposizione a ftalati nei bambini anche se la riducono in maniera significativa.
https://youtu.be/Bvv932IdVio