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LA DISCRIMINAZIONE DI GENERE

Un lungo cammino verso la parità dei diritti

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  • Autore: Primula Vita Fornaro
  • Ultima modifica: Novembre 2024
  • Taranto

Si è tenuto nei giorni 17 e 18 maggio u.s. il Convegno organizzato dalla Camera dei Giuslavoristi di Taranto “Avv. Vincenzo Pollicoro”, insieme al Dipartimento Jonico dell'Università degli Studi di Bari, con il Patrocinio dell'Ordine degli Avvocati di Taranto, della Fondazione Scuola Forense e dei Comuni di Taranto e Massafra, e con la collaborazione di A.N.F. e altre associazioni tra cui anche il Soroptimist International Club Taranto.

Il convegno, intitolato “La discriminazione di genere, un lungo cammino verso la parità dei diritti”, ha visto una notevole partecipazione di pubblico.

Durante i saluti istituzionali, la Presidente del Soroptimist Club Taranto, Rosa Maria Ladiana, ha evidenziato come la lotta alla discriminazione di genere sia tra i principi fondanti del Soroptimist International che opera in tal senso in tutto il mondo da oltre 100 anni.

Tra gli autorevoli interventi di magistrati, docenti universitari e avvocati c'è stato anche il prezioso contributo di esponenti di associazioni attive nella lotta alla discriminazione di genere, tra cui quello della socia del Soroptimist Club Taranto, Mina Chirico, Ricercatrice storica, dal titolo “Violenza contro le donne tra diritto e storia”.

Nel suo intervento, ha fornito un'analisi approfondita e storica della violenza di genere, sottolineando come essa sia stata radicata nei rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi.

Partendo dalla Convenzione di Istanbul, che riconosce la violenza contro le donne come una manifestazione di questi rapporti di forza, ha poi tracciato una linea storica, dalle teorie di Aristotele che influenzarono la cultura europea medievale e moderna, fino ad arrivare alle pratiche giuridiche del XX secolo. Ha spiegato come la fisiologia e l'anatomia siano state usate per giustificare la superiorità maschile e come questa ideologia abbia perpetuato la violenza di genere.

Mina Chirico ha illustrato come, attraverso i secoli, la cultura dominante abbia giustificato la violenza correttiva nei confronti delle donne, sottolineando l'esistenza dello "ius corrigendi" – il diritto del marito di correggere la moglie – che ha influenzato le pratiche legali fino alla metà del Novecento. Ha portato numerosi esempi storici, tra cui il frate Cherubino da Siena nel Quattrocento e vari episodi di violenza domestica che venivano giustificati come atti correttivi.

Uno degli aspetti più significativi trattati nel suo intervento è stato il ruolo della società e della famiglia nel sostenere e perpetuare questi atti di violenza. Ha raccontato storie di donne che, nei secoli passati, hanno subito maltrattamenti per essersi opposte a matrimoni non voluti o per aver sfidato l'autorità maschile. Ha evidenziato come, fino a tempi relativamente recenti, anche la cultura giuridica fosse complice di questa violenza, isolando solo gli atti più estremi come meritevoli di sanzione.

Ha infine concluso il suo intervento sottolineando l'importanza di un recupero della memoria storica della violenza di genere per comprendere le sue radici e, soprattutto, per spostare il focus dagli atti delle donne alle responsabilità degli uomini. Ha citato l'importanza di negare agli uomini il "privilegio dell'invisibilità" e della deresponsabilizzazione, un punto cruciale per avanzare verso una reale parità di diritti.

L'intervento di Mina Chirico ha suscitato interesse, rendendo evidente quanto sia ancora lungo il cammino verso la parità dei diritti e quanto sia fondamentale il ruolo dell'educazione e della sensibilizzazione delle nuove generazioni per abbattere gli stereotipi di genere e prevenire la violenza.

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