Il 20 ottobre 2023 nei locali dell'Hotel Minerva di Arezzo si è tenuta la riunione conviviale per la trattazione del tema della violenza di genere e dell'azione preventiva, coercitiva e penale della nostra legislazione.
Sono stati ospiti invitati ad illustrare l'argomento la dott.ssa Chiara Pistolesi, sostituto procuratore del pubblico Ministero presso la procura della Repubblica di Arezzo e il dott. Sergio Di Leo, dirigente della squadra mobile di Arezzo. Entrambi hanno illustrato i soggetti coinvolti e le tipologie della violenza nonché le azioni da intraprendere per bloccarla.
La Dott.ssa Pistolesi, avvocato che svolge l'incarico dal 2017, ha iniziato specificando che la violenza di genere può essere di natura fisica, verbale, psicologica, economica, persecutoria (stalking) e che riguarda soprattutto la fascia d'età tra i 35 e i 50 anni d'età e donne straniere. A queste forme conosciute si aggiunge ultimamente anche il revenge-porn ovvero la diffusione non autorizzata di video privati o effettuati all'insaputa del soggetto interessato.
La violenza si esercita quasi sempre in ambito parentale, riguardando dunque coppie sposate e/o conviventi e genitori (padre-figlia).
Ha poi illustrato come ci siano stati numerosi casi di violenza nella nostra provincia anche se dal 2019 si sono attuati maggiori provvedimenti legislativi, con un percorso rieducativo per gli uomini ed è stato introdotto il codice rosso che permette la velocizzazione dei provvedimenti medesimi.
La dott.ssa Chiara Pistolesi ha chiarito l'iter della denuncia sporta dall'offesa o dai parenti o da persone vicine quali ad esempio datore di lavoro, dirigente scolastico, medici ecc. fatta ai carabinieri o alle forze di polizia per poi passare al pool di otto magistrati, alcuni dei quali si occupano specificamente della tutela delle fasce deboli.
Entro due giorni dalla denuncia si procede con l'audizione della persona offesa spesso attuata a porte chiuse e cercando di ridurre le convocazioni in caso di minore per evitare la traumatizzazione. Se ritenuto necessario si ricorre anche all'incidente probatorio con l'uso di vetri-specchi e dello psicologo.
Per quanto riguarda il codice rosso vanno riportate le comunicazioni telefoniche e il pubblico ministero ha l'obbligo di ascoltare l'offesa e i soggetti coinvolti nella denuncia.
Il dott. Di Leo ha precisato che i dati-specchio sono pubblicati nell'"Osservatorio regionale toscano" ed ha ricordato che l'Europa ha adottato dal 2011 i provvedimenti della Convenzione di Istanbul e l'Italia dal 2013. Si tratta del primo strumento internazionale giuridicamente vincolante volto a creare un quadro normativo completo a tutela delle donne contro qualsiasi forma di violenza. La Convenzione interviene specificamente anche nell'ambito della violenza domestica, che non colpisce solo le donne, ma anche altri soggetti, ad esempio bambini ed anziani, ai quali altrettanto si applicano le medesime norme di tutela.
La squadra mobile, ci dice il dott. Di Leo, dispone di una sezione specializzata che prevede l'utilizzo di persone dedite alla verifica delle informazioni tramite il reperimento di dati medici e psicologici e fa chiarezza tra dissidi e vera violenza. Purtroppo i dati rilevano l'uccisione di una donna ogni tre giorni delle quali il 63% non aveva sporto denuncia e moltissime sono le maltrattate che per motivi vari, come figli o dipendenza economica o psicologica non denunciano.
Occorrono tempi fisiologici per tutelare le vittime e ospitarle nelle case-rifugio perché ci sono appunto le indagini preliminari da effettuare prima del provvedimento del giudice.
Talora vengono applicati solo provvedimenti extra giudiziali come l'ammonimento o la querela.
L'uomo appare la parte "debole" del sistema perché non ha più una precisa collocazione sociale e tende a riappropriarsi del ruolo di capo del nucleo familiare con la violenza, fino ad arrivare all'omicidio. Vittime indirette o dirette sono spesso anche parenti e figli e in questo ha dato una svolta la riforma Cartabia che oltre a riconoscere l'uguaglianza giuridica dei coniugi, ha eliminato la dote e ha riconosciuto ai figli naturali la stessa tutela riservata ai figli legittimi.
La socia Rossella Angiolini, avvocato, è intervenuta riportando alcune sue personali esperienze a tutela delle donne. La Presidente, Prof. Maura Lodovici, ha chiamato poi al tavolo la Dr. Annamaria Lo Prete, Presidente della Sezione Penale del Tribunale di Arezzo, ospite della conviviale e che ha apportato ulteriori commenti e interessanti chiarimenti dal punto di vista penale.
La trattazione ha coinvolto ed interessato i presenti, sia per il tema trattato sia per competenza dei relatori e la loro chiarezza espositiva.
Gabriella Paci