Il progetto “Diritti umani - Minori che incontrano il genitore in carcere” nasce e si sviluppa nel biennio 2015-2017 della Presidente Nazionale Leila Picco, intercettando una necessità riconosciuta del sistema penitenziario.
Dati dell'epoca, non dissimili da quelli attuali, stimavano infatti in 100.000 il numero di minori che varcano i cancelli delle carceri italiane per fare visita ai genitori detenuti. È una platea fragile e amplissima, eppure non ancora abbastanza protetta.
«La condanna è anche la loro, non c'è dubbio. I familiari di chi è detenuto la subiscono; i bambini, in particolare, sono condannati alla deprivazione affettiva che mina la loro crescita dalle fondamenta», scriveva Lucia Castellano, Dirigente Generale dell'Amministrazione Penitenziaria, in un suo intervento per la “Voce delle Donne” n 20/ott2016.
I modi e i tempi delle visite o delle telefonate, peraltro molto limitati, non corrispondono a quelli della genitorialità. Gli ambienti di per sé poco accoglienti non favoriscono il ricrearsi di un clima di vita famigliare, tanto meno sono attrezzati per attività ludiche e ricreative da svolgere insieme.
Di qui la proposta, recepita in breve tempo da oltre 50 Club italiani (con l'appellativo informale interno di “Spazio giallo in carcere”), che hanno realizzato luoghi destinati al recupero dell'affettività genitori-figli nell'ambito dello spazio carcerario.
A seconda dei contesti, delle disponibilità di spazi e delle capacità operative dei diversi Club, sono stati creati luoghi di incontro o di attesa dei colloqui, all'interno o all'esterno delle strutture, confortevoli e pieni di colore, arredati e decorati in modo tale da evocare ambienti familiari e permettere di ritrovare e tutelare la relazione tra genitori e figli.
Approfondimento
Convegno promosso dal Comitato P.O. del SII con l'Unione Nazionale Camere Minorili, in collaborazione con la Commissione Diritti Umani del Senato della Repubblica (Roma, 22 settembre 2016) LINK
Foto gallery dei progetti realizzati dai Club nel biennio 2015-2017 LINK