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Una panchina rosso-orange al Polo Brutium

Un vero e proprio oggetto di design progettato da sette ragazzi

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Dal 1 dicembre anche l'I.I.S. Polo Tecnico Scientifico Brutium di Cosenza ha un simbolo, il suo simbolo per dire "no" alla violenza contro le donne. Si tratta di una panchina "rosso-orange" nata dal lavoro di un team al maschile, perché superare le disuguaglianze di genere vuol dire soprattutto educare gli uomini al rispetto verso mogli, madri, figlie e compagne.

Dal 1 dicembre anche l'I.I.S. Polo Tecnico Scientifico Brutium di Cosenza ha un simbolo, il suo simbolo per dire "no" alla violenza contro le donne. La panchina, dotata di un proprio sistema di QR Code, è stata progettata nei mesi di lockdown primaverile da sette studenti del corso C.A.T. sotto la guida del professore Fiore Manieri, attraverso un software di grafica computerizzato che ha permesso la creazione virtuale di un vero e proprio oggetto di design. Successivamente, l'opera è stata inaugurata nel corso di una tavola rotonda dal titolo: "La cultura del rispetto e delle relazioni sane", moderata dalla giornalista di Gazzetta del Sud, Giovanna Bergantin.

Nutrito il gruppo di autorità intervenute all'evento. I saluti sono stati portati dal dirigente scolastico Rosita Paradiso, già Past President del Club,  che ha espresso la sua soddisfazione ed emozione per aver portato i ragazzi al centro di questo progetto con la loro creatività e la loro presenza. A seguire, il neo-sindaco di Cosenza, Franz Caruso ha purtroppo sottolineato che la città non è avulsa a un fenomeno tanto drammatico come la violenza di genere, anche psicologica ed economica e la presidente del Soroptimist Club Cosenza, Donatella Barca, ha aggiunto che la pandemia ha ulteriormente incancrenito il fenomeno. Alla manifestazione erano presenti anche la Prefetta Vittoria Ciaramella, la Questora Giovanna Petrocca, il coordinatore regionale dei Dirigenti tecnici Loredana Giannicola, il comandante provinciale dei Carabinieri di Cosenza, Saverio Spoto e il Procuratore della Repubblica di Cosenza, Mario Spagnuolo. Le conclusioni sono state affidate all'arcivescovo di Cosenza-Bisignano, monsignor Francesco Nolé.

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