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"Anchora spero di meglio"

Storia del Territorio: Pordenone tra '500 e '600

Anchora spero di meglio
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  • Autore: Piera Roncoletta
  • Ultima modifica: Maggio 2024

Il 6 maggio le socie del Club Pordenone hanno fatto una passeggiata nel centro storico della città, alla scoperta di tesori artistici e notizie storiche poco conosciute. A guidarle nel percorso, che da piazzetta Cavour si è snodato lungo corso Vittorio Emanuele per terminare in vicolo del Molino, la nuova socia Doris Carpenedo, insegnante, la fotografa Assunta Romor, co-autrice del libro "Pordenone emozioni di pietra" e l'insegnante Roberta Santambrogio.

Il gruppo di socie un po' infreddolite a causa della stagione non ancora primaverile ha seguito con grande interesse l'illustrazione dei temi proposti da parte delle tre relatrici. Ha iniziato la fotografa Assunta Romor, che proprio a partire dall'esperienza delle foto che ha scattato per il libro, si è soffermata davanti alle facciate di alcuni palazzi costruiti, dal ‘300 e fino al ‘600, lungo il corso Vittorio Emanuele, spiegando le tecniche utilizzate di affresco e i diversi stili che caratterizzano le facciate. La parola è quindi passata a Doris Carpenedo, che sotto i portici ha richiamato l'attenzione di tutte su un architrave che reca la frase "Ancora spero di meglio", di cui ha spiegato il significato e le origini: nella seconda metà del '600 Pordenone promuove l'insegnamento gratuito rivolto a sei ragazzi, scelti dal Consiglio del Comune stesso, e ad altre persone meritevoli, dimostrando una vocazione educativa, formando i suoi ragazzi affinché potessero avere un futuro migliore. La passeggiata è terminata davanti alla stele commemorativa di vicolo del Molino, dove Roberta Santambrogio ha raccontato la storia di Anzoletta delle Rive, umile pordenonese rimasta vedova con una figlia che svolgeva molti lavori per vivere e che fu processata dall'Inquisizione per stregoneria nel XVII secolo, morendo però in prigione prima della conclusione del processo. Questa vicenda e selezionati documenti processuali sono stati utilizzati a scuola nell'ambito dell'insegnamento di educazione civica, avvicinando gli studenti alla conoscenza del proprio territorio e della storia.

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