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Il progetto Mo.S.E.

Un esempio di eccellenza dell'ingegneria italiana

Il

L’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma unitamente alla Fondazione dell’Ordine degli Ingegneri di Roma ed all’Ordine degli Ingegneri di Venezia ed al Collegio degli Ingegneri della provincia di Venezia, a seguito dell’emergenza COVID-19, propone ai propri iscritti un seminario gratuito in webinar (diretta  streaming con interazione mediante piattaforma).

Il Webinar è organizzato tra l'altro dalla nostra socia Ing Maria Rosaria di Lorenzo

Dopo i saluti di apertura è intervenuta la nostra PN Mariolina Coppola

Ringrazio i Presidenti degli ordini per avermi dato ancora una volta la parola in
un’occasione così importante. Rappresento un’associazione di genere con 5400 socie:
800 docenti, 600 mediche, 300 avvocate, 100 commercialiste, 100 fra ingegnere e
architette e così via. Festeggiamo quest’anno il nostro centenario. So che qualcuno
ironizzerà sulle professioni alte declinate al femminile, mentre ci si dovrebbe interrogare
sull’arretratezza culturale di un paese con una lingua antica, articolata e complessa che è
attenta alle sfumature, ma che straccia ogni regola. Quello che non si nomina non c’è.
Tutti uomini? Le donne sono il 16% degli ingegneri iscritti all’albo e per esempio il 55%dei
magistrati, anche se la carriera di quest’ultime si è aperta solo sessanta anni fa.
La pandemia ha evidenziato tutte le nostre fragilità strutturali e sistemiche. Abbiamo
preteso parola per entrare negli spazi decisionali per trasformare il Paese. Molti movimenti
sono nati in questi mesi per dire che le donne ci sono e vogliono contare, anche nella
progettazione di grandi opere infrastrutturali e non solo sociali, perché l’impatto di tali
opere riguarda tutti/e. La progettazione, anche tecnica, non è mai Neutra e riflette anche le
proprie esperienze e conoscenze
C’è consapevolezza di questo? Che la valutazione d impatto ex ante ed ex post deve
riguardare anche le donne? Si dirà che queste sono le nostre rivendicazioni “femministe ”,
che non esistono preclusioni di sorta, né stereotipi culturali, che nessuno sbarra gli
ingressi universitari o addirittura le carriere, che non esistono soffitti di cristallo, né tanto
meno scalini rotti, che chiediamo rappresentatività solo attraverso le quote, che
rivendichiamo ruoli di cooptazione non per meriti e competenze professionali che non
hanno connotazioni di genere. Imbarazzante. E ’veramente cosi? Dobbiamo raggiungere
una consapevolezza diversa dei contributi che ognuno di noi può dare.
Un vero lavoro di awareness e di empowerment:. capire che il punto di vista delle donne può
ampliare l’angolatura per una progettazione più equa e solidale. Spesso le donne guardano
aspetti che agli uomini sembrano marginali, ma che in fondo hanno un impatto per tutta la
società.
Non è prerogativa di nessuno la competenza e il talento, né la sensibilità ambientale, forse
quella sociale sì però, perché da sempre il lavoro di cura ricade sulle donne.
Se leggiamo il bilancio di genere presentato al Politecnico di Milano, cita testualmente”
che sia arrivato il momento di invertire questa tendenza e di pensare alla diversità come a
un valore: se i ricercatori pensassero nella norma, nessuna scoperta avrebbe mai luogo.
Se i ricercatori non fossero diversi per natura, sarebbe molto limitata la capacità di
immaginare nuove soluzioni. Da qualsiasi punto di vista si voglia vedere, la diversità è un
beneficio, perché è dal confronto che nascono nuove occasioni e opportunità inaspettate”.
Molti esempi di sottovalutazione e di non riconoscimento

La comunità scientifica discute ancora oggi sul ruolo di Mileva Maric (moglie
semisconosciuta) di Einstein sui contributi alla teoria della relatività nell’anno mirabilis. O
Caroline Lucrezia Hershel che scoprì diverse comete attribuite al fratello o Rosalind
Franklin che scrisse le basi della biologia molecolare fornendo le prove sperimentali della
struttura elica del DNA ma il Nobel lo vinse Maurice Wilkins, che si autodenunciò in un
libro per furto di merito anni dopo. Gli esempi sono tantissimi,
Così come accade quando donne di merito raggiungono posizioni apicali:esempi come
quello di Anna Maria Tarantola come dirigente di Banca d’Italia e della Rai o recentissimi

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