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Storia del Club

  • Club: Terni
  • Autore: Nicoletta Petrelli
  • Ultima modifica: Gennaio 2024

La città di Terni ed il Soroptimist: una storia lunga 50 anni

“ Mentre ci si avvicina alla città di Terni, celebre per la Cascata, meraviglia della natura, la gente appare più numerosa e manifesta un prospero benessere rurale. Gli uliveti dei patronati, come qui vengono chiamati i proprietari terrieri, rubano spazio ai boschi montani. I pollaioli, o venditori di pollame, avanzano in groppa a muli e cavalli carichi di panieri con polli vivi diretti a Roma, mentre le campagnole, con in capo la singolare cuffia, un velo di lino ricamato che ombreggia gli occhi, sostenuto da un osso di balena, strette nei loro vistosi corsetti scarlatti e nelle sottane colorate, ravvivano la scena rallegrando i sobborghi di Terni in maniera simile ad una città romana"

Questa era la Terni descritta da Lady Sidney Morgan, celebre viaggiatrice irlandese, nel suo libro Italy, pubblicato nel 1821.

Ma con l'Unità d'Italia, il volto bucolico della città cambia e il piccolo centro rurale lungo la via Flaminia si trasforma in una città in piena modernizzazione industriale per la disponibilità del costante apporto idrico fornito dal fiume Velino tramite la Cascata delle Marmore un tempo meta prediletta dei viaggiatori del Grand Tour.

Ancora una volta la città di pianura, attraversata da un'importante via consolare, così diversa dalle altre sorelle umbre, subisce una radicale trasformazione nella vita civile e nelle forme architettoniche: nel suo Sky line appaiono ciminiere fumanti, edifici industriali, strade con rotaie, canali. Le sue donne lasciano le campagne e gli abiti tradizionali ed iniziano ad indossare i lunghi grembiuloni azzurri da operaie per lavorare nei grandi stabilimenti manifatturieri, Metallurgici e chimici. Le loro giornate non sono più scandite dal ritmo delle stagioni ma dalle sirene della fabbrica che divide il giorno in tre ferree parti uguali.

 

 

“ Passavano dinanzi ai miei occhi file di casupole dalle finestre sconnesse, neri cortili, alte e tetre dimore di operai animate solo dai cenci stesi ad asciugare da donne frettolose e malinconiche. Mi chiedevo in che cosa, salvo nel cambiamento e nel movimento che ci avvicinano ad un sopportabile futuro pieno di speranze incerte, un luogo come Terni, formatosi grazie alla fertilità della terra, possa considerarsi sulla via del progresso rispetto alla vicina ed immutabile Narni, austera e rigorosa città del Medio Evo tra gli ulivi e le rocce della sua gola? Sia come sia, le grandi industrie e una piccola linea tranviaria che ad esse si collega si insinuano nel cuore di queste montagne, giungendo quasi sotto l'orrida presenza della Cascata; il fumo dell'industria chimica sembra imitare il pulviscolo delle sue acque. Ma c'è un inatteso vigore di libertà in questo scenario montano “

Un aspetto tetro e doloroso colto dalla narratrice e saggista inglese Vernon Lee durante il suo lungo viaggio, nel 1921 in Italia e nella città di Terni, ormai conosciuta nel mondo come “la Città dell'Acciaio. 
Un'atmosfera che tragicamente peggiora durante la seconda guerra mondiale con i terribili bombardamenti a cui la città e le sue fabbriche vengono sottoposte. 

La Terni di oggi sopravvissuta al dramma bellico e alle crisi sociali del dopoguerra e trasformata in competitivo centro aperto alle nuove tecnologie, rinnovata da ardite forme architettoniche, si mostra a chi la vuole conoscere, tenace e desiderosa di ricordare quanto la sua storia sia varia ed antica, strettamente legata al fiume Nera che scorre nella sua valle e a tutti gli eventi lontani e più recenti, della via consolare che l'attraversava.

 


 

Le Origini del Club

Nell' ottobre del 1966, in un panorama multiforme di passato, presente e futuro, un gruppo di donne fonda il club delle Soroptimist International di Terni ed avvia con impegno un lavoro di sensibilizzazione, di cambiamento e di affermazione della donna che valorizza la dignità di tutto quanto attiene al mondo quotidiano, sia nella sfera privata sia in quella pubblica.

Sono state soprattutto le tante attività svolte nel territorio dal Soroptimist Club di Terni a portare sul palcoscenico della storia cittadina la figura femminile ponendo alcuni interrogativi sul suo passato e sul suo futuro e cercando di migliorarne le competenze, di realizzarne i desideri e di gratificarne la disponibilità.

Bene ha espresso questo spirito originario una delle socie fondatrici,Alfredina Tavanti che, nel 1998 , ha scritto, insieme con le amiche Marisa Ammaniti e Franca Polidori, un eccellente libretto a memoria degli avvenimenti e a documentazione dello spirito di servizio che ha animato il Club fin dai suoi primi passi…

Le socie fondatrici furono venti, un numero non esiguo se si considera che Terni non ha grande densità di abitanti. Anzi — annota Alfredina con praticità — la popolazione ristretta permise alle promotrici di avere più agevoli contatti con le Istituzioni, la stampa e le persone che contano, e più tardi al Club di esercitare la sua influenza nell'ambito dello sviluppo cittadino.

Consegnò la charte Madame Lily Close, della Federazione Europea. Maria Antonietta Sava del Comitato Estensione. Presidente Nazionale era Gabriella Giardinelli. Promotrice della costituzione e Presidente fondatrice fu Antonietta Del Monaco. Era il 23 ottobre 1966.

 

Il nuovo Club si trovò subito alle prese con qualcuna delle ricorrenti calamità nazionali, la rovinosa alluvione che sommerse Firenze e altre città dell'Italia centrale. Nella prima riunione del 26 novembre,  infatti, la Presidente Antonietta Del Monaco espresse la sua solidarietà alle amiche colpite e destinò ai soccorsi un piccolo contributo pro capite.
La vita del Club cominciò così sotto il segno di un significativo gesto di amicizia. L'azione si orientò subito verso un contributo serio ai problemi della comunità: dall'attenzione alle forze produttive locali alle sfide dell'economia; dagli interventi nella scuola all'importante contributo al volume dell'Unione Italia sul rilancio del Mediterraneo, con la rivisitazione delle appassionanti ipotesi sulle origini celtiche delle genti umbre e della storia di un territorio prezioso dei suoi abitanti creativi, disponibili all'amicizia.

Il Club non trascurò alcuna occasione per valorizzare le caratteristiche del- città e del territorio. Curò l'incisione su dischi di poesie in vernacolo — il caratteristico dialetto cadenzato sempre più raro sulla bocca della gente ma degno di essere conservato fra le migliori tradizioni. Difese e potenziò uno dei simboli distintivi del paesaggio umbro: l'ulivo.

Dedicò alla serafica pianta ed al suo prezioso frutto addirittura una trattazione articolata nei diversi aspetti della coltivazione, della lavorazione, della molteplice utilizzazione. Se ne ricavò un testo che fu presentato con successo al pubblico ed alla stampa nella sede ufficiale dell'Amministrazione Provinciale.

La storia continua…

Nel corso degli anni le amiche di Terni hanno continuato ad elaborare strategie in favore della cittadinanza. Nel settore dell'istruzione hanno svolto una intensa attività di formazione ed orientamento per i giovani e incoraggiato con appositi corsi lo studio delle lingue straniere per gli italiani e della lingua italiana per gli stranieri residenti.

Nel settore della salute hanno privilegiato la corretta informazione, anche ai fini della prevenzione, su patologie specifiche della donna, organizzando cicli assai apprezzati di trasmissioni TV in collaborazione con la USL. 

I problemi sociali ed economici sono stati oggetto di trattazione qualificata.
Si sono rappresentati «gli scenari del 2000» in vista dell'Europa, in un'economia in ripresa ma non ancora produttiva di occupazione.
L'ambiente è guardato dal Club con particolare sollecitudine: la situazione del fiume Nera che attraversa la città e la trasformazione dei suoi argini in luoghi di visita e di sosta, piccole oasi naturali protette dal degrado e dallo sfruttamento, sono state oggetto di un pubblico convegno-dibattito, promosso dal Club, con la partecipazione di esponenti del WWF. «Un fiume da vivere», «un sogno tutto verde», gli slogan che il Club ha fatto propri.

Fiore all'occhiello del Club sono stati nei primi anni ‘70 i soggiorni estivi per alunni di scuole medie a Benediktbeuern in Baviera, con l'insegnamento della lingua tedesca: incontri con coetanei di diverse nazionalità, visite ai luoghi dell'antichissima tradizione monastica. Una specie di piccolo «Progetto Bocconi». Nello stesso spirito di integrazione culturale è pure l'incontro degli studenti di una classe del locale Liceo Linguistico Sperimentale con i giovani colleghi di un Liceo Classico di Mentone, Francia (un progetto all'avanguardia per i tempi!)

Ancora nel segno della promozione culturale, il Club si è inserito con propri premi in concorsi musicali internazionali intitolati ad artisti di Terni. E stato anche chiamato a far parte della giuria per le Borse di Studio istituite da eminenti cittadini in favore di studenti che si sono distinti in «profitto ed etica», un binomio di grande significato non sempre onorato.

Insomma un'attività formativa e culturale di grande respiro: da ricordare iniziative notevoli quali la celebrazione del Bicentenario Leopardiano attuato in due fasi, prima a Terni nella sala Consiliare del Comune e successivamente a Recanati, ospiti delle Soroptimiste di Macerata; ed il contributo al restauro del Crocifisso ligneo del XV secolo, custodito nella Chiesa della Madonna di Colle dell'Oro in Terni. 

Il Club è gemellato con i Club di Chesterfield (Inghilterra), Mentone (Fr) e Craiova (Romania). Un'intensa azione volta prima di tutto alla conoscenza, generatrice di solidarietà.

Aprendo la cerniera della lunga storia del club, la cui vita è sempre in rapporto a come la singola città risponde agli stimoli della società, appaiono i volti sorridenti e determinati di tante socie come quello della prima presidente Antonietta del Monaco, di Neste Bovelli, di Mina Carnicelli, di Silvana Fratini, di M.Pia Marchianò, di Jole Papuli, di Alfredina Tavanti, di Franca Polidori, di Agusta Renzetti, di Graziella Beltrame, di Lorenzina Bolli, di Egle Cinti, di Vilma Fratini, di Anna Rita Manuali, di M. Carla Marini, di Maria Assunta Massetti, di Annalisa Proietti, di Graziana Ascani, di M. Antonietta Bianco, di
Alessandra Robatto, di Simonetta Neri, di Daniela Piergili per ricordarne solo alcune nelle quali l'impegno sostenuto dalla forza di un club solido e compatto e dai continui contatti con le istituzioni e la stampa locale, ha permesso la realizzazione di tanti ed importanti service.

 Dai contributi offerti alle amiche di Firenze durante la rovinosa alluvione del 1966, dagli interventi sulla formazione ed orientamento dei giovani, sulla cultura locale, dalla pubblicazione del testo sulle potenzialità dell'ulivo, uno dei simboli distintivi della città, dalla realizzazione di corsi di studio delle lingue straniere per gli italiani e della lingua italiana per gli stranieri residenti, all' informazione ai fini di prevenzione su patologie specifiche della donna in collaborazione con la USL, all'attenzione rivolta alla situazione fluviale della città nel convegno con il WWF " Un Fiume da Vivere", alla realizzazione di corsi estivi per alunni di scuole medie a Benedikbeuern in Baviera e a Mentone in Francia, alla presenza fattiva del club nelle zone umbre devastate dal terremoto del 1997,(foto Notiziario 1998) al convegno sulla situazione imprenditoriale e professionale sulle donne di oggi, al progetto Il "Nome della Rosa" per l'assistenza dei bambini di strada di Bucharest, alla creazione dell'Aula d'ascolto per il minore presso il Tribunale di Terni, alla toponomastica femminile con una targa a Suzanne Noel.
Gli ideali comuni e condivisi da tutte le socie del club di Terni del conoscere e dell'agire hanno portato alla realizzazione del Consiglio Nazionale delle Delegate nel novembre del 1999, del " Telefono Alzheimer " per cercare di aiutare le famiglie dei malati, al convegno su " Il Museo e i Giovani: tra cultura e lavoro" e alla tavola rotonda su " Energia e Ambiente: la sfida per il futuro", all'attuazione del progetto " Una Cellula per la Vita " con la creazione presso l' Azienda Ospedaliera " Santa Maria " di Terni di una banca di raccolta delle cellule staminali dal cordone ombelicale, all'effettuazione del convegno sul Mobbing e a quello sul " gemellaggio di intenti", primo incontro nazionale: “un viaggio attraverso mille realtà. L'Africa " con la presenza di Colette Kitoga medico della Repubblica Democratica del Congo che ha potuto realizzare una scuola nella sua terra martoriata attraverso lo spirito di solidarietà del club e la sensibilità delle istituzioni cittadine.

Il club è oggi al suo sesto incontro nazionale sull'Africa : una sfida in una società che cambia di fronte ad un continente lacerato da tensioni e contraddizioni.

L'attenzione e la salvaguardia dei beni ambientali( con particolare riferimento al territorio e le sue acque), lo sguardo agli aspetti culturali, umani e la valorizzazione del mondo femminile nel rispetto dei ruoli sono stati gli obiettivi delle attività del club, ma tanta energia profusa negli anni trascorsi non può esaurirsi in una memoria scritta, anzi raccogliendone gli stimoli e l' uguale dedizione e volontà, deve continuare ad animare lo spirito delle socie di oggi e di domani, illuminato delle scelte del Soroptmist International d'Italia.

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