Nel cinema la creatività femminile è poco espressa e i progetti cosiddetti “rosa” faticano ad attrarre e ottenere finanziamenti pubblici.
Mercoledì 13 gennaio si è tenuta via zoom per le socie del Soroptimist Club di Vercelli, presieduto dalla professoressa Rita Manuela Chiappa, un’originale e interessante conferenza a cura del prof. Giorgio Simonelli.
Dopo che la presidente ne ha presentato il ricco e prestigioso curriculum, il relatore ha illustrato le criticità incontrate dalle aspiranti attrici, ancora oggi spesso sottoposte a molestie e ricatti a sfondo sessuale e alla discriminazione di ruoli in base all’età. Il discorso si è poi allargato all’impiego delle donne nell’industria cinematografica sulla base dei dati raccolti in una ricerca dai professori Fanchi e Tarantino dell’Università Cattolica, secondo la quale la creatività femminile è poco espressa e i progetti cosiddetti “rosa” faticano ad attrarre e ottenere finanziamenti pubblici. Anche l’impiego di tecnici donna è limitatissimo, nonostante non manchi la formazione in tale ambito.
Due le conclusioni a cui si è giunti:
-in generale il cinema è fatto soprattutto da uomini che fanno lavorare altri uomini, affidando alle donne ruoli limitati. Realtà abbastanza scoraggiante per un mondo che si immagina progressista, colto e cosmopolita;
-quando a scegliere sono le donne queste tendono a circondarsi di altre donne, il che non è necessariamente positivo, innescando così una sorta di circolo chiuso.
L’ultima considerazione espressa dal prof. Simonelli è la scarsa presenza di sceneggiatrici, dato in contraddizione con l’abbondante e apprezzata produzione narrativa femminile.
C’è quindi di che riflettere ancora una volta sulla discriminazione professionale di genere, tema sempre caro al Soroptimist. Il cinema è espressione artistica, fonte di svago, potenziale occasione professionale e di gratificanti mestieri ma per le donne è purtroppo l’ennesima strada in salita.