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Intervista all'apicultore Vero Tampucci

Presidente Api Cultura Toscana

Intervista
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Intervista al Presidente Api Cultura Toscana  Vero Tampucci - Maria Raffaella Calabrese De Feo - socia Soroptimist, Presidente Eletta biennio 2021-23

Tra gli approfondimenti che accompagnano la realizzazione del Service dell'Oasi delle Api nell'ambito del Progetto Nazionale per il Centenario, abbiamo avvicinato il Presidente dell'Associazione Api Cultura Toscana, il sig. Vero Tampucci, che si è recentemente infortunato proprio durante il suo lavoro di apicultore, cadendo durante la raccolta di uno sciame d'api. Nonostante il momento difficile, il sig. Tampucci ha voluto ugualmente dialogare con noi e rilasciare un'intervista molto interessante che coniuga diversi aspetti della sua attività e focalizza il mondo delle api con cui l'apicultore convive quotidianamente con passione e amore.

Chi è l'apicoltore?

A livello legislativo si distinguono due categorie di apicoltori, l'apicoltore professionista e quello amatoriale. A fare la differenza è il numero di arnie di cui si prendono cura. Fino a 10 arnie l'apicoltore può gestire il suo lavoro come hobby da affiancare ad altre attività e i prodotti sono destinati all'autoconsumo. Quando le arnie superano la decina, si parla di apicoltore professionista, il lavoro è costante e impegnativo e diventa necessariamente esclusivo quando si raggiunge la quantità di 60 arnie. L'attività di cura delle api occupa la maggior parte dell'anno, con un picco di intensità a primavera. Le api vanno seguite continuamente, e anche durante il loro periodo di riposo in ottobre e novembre l'apicoltore non interrompe la sua attività che consiste essenzialmente in un attento lavoro di pulitura e preparazione delle arnie e dell'apiario, per affrontare il periodo invernale. Da metà gennaio le famiglie delle api sono in crescita per essere pronte e a pieno regime durante la fioritura, cioè a fine di aprile/maggio quando si raggiunge il massimo sviluppo.

Lei è Presidente dell'Associazione Apicultura Toscana, quali interventi promuove sul territorio?

L'Associazione Api Cultura Toscana, che presiedo da cinque anni, conta circa 120 iscritti, e abbraccia un territorio molto vasto che comprende le province di Livorno, di Pisa e di Lucca. E' consociata con l'AAPT di Arezzo, Associazione degli Apicoltori delle Province Toscane, che raccoglie nel complesso più di 1000 soci, ed è la più grande associazione di apicoltori della Regione. Questa collaborazione ha dato ottimi risultati, favorendo anche la circolazione di un'ampia informazione a livello regionale e nazionale. L'Associazione Api Cultura Toscana mira essenzialmente a ottimizzare le qualità gestionali e operative dell'attività apistica e a ottenere un miglioramento della produzione, reso necessario dalla crisi del settore, che si è accentuata soprattutto in anni recenti. L'attività che svolge è molto articolata e piega in varie direzioni. Tra le iniziative più utili vanno menzionati innanzitutto gli Sportelli apistici dislocati nelle  varie province, gestiti da tecnici ed esperti. L'Associazione gestisce inoltre un magazzino che fornisce materiale apistico e presidi sanitari per la lotta alle patologie che colpiscono gli alveari, istituisce corsi di avvio all'apicoltura per apicoltori "in erba" e di livello più avanzato per quelli più esperti; possiede un laboratorio consortile per l'attività di smielatura (convenzionale e biologico) e organizza corsi ufficiali per assaggiatori di miele o per allevatori di api regine. Si occupa anche della produzione, raccolta e conservazione del polline e della realizzazione della sciamatura artificiale.

Quali sono i pericoli principali per le api?

Pericoli significativi per l'apicultura, e dunque per l'ecosistema e per la biodiversità, sono l'inquinamento atmosferico, l'uso di pesticidi, le variazioni climatiche e le malattie.

I principali responsabili dell'inquinamento sono i glifosati, usati ampiamente in agricoltura che avvelenano le api e indeboliscono il loro sistema immunitario rendendole facile preda di parassiti e acari. E'  bene ricordare  che anche i trattamenti contro le zanzare risultano estremamente nocivi, soprattutto quando si interviene sugli insetti nebulizzando le piante. Meno pericoloso è invece l'uso dei larvicidi che vengono messi nell'acqua, spesso nei sottovasi. L'associazione cerca di rapportarsi con le istituzioni per regolamentare le disinfestazioni pubbliche. Le api risentono molto dei repentini cambiamenti climatici che comportano un problema di approvvigionamento e spesso di sopravvivenza. Quest'anno per esempio, nel mese di marzo, la temperatura è stata superiore alla media stagionale e questo ha portato a un rapido risveglio della natura con fioriture precoci, e a un precoce sviluppo delle famiglie. Successivamente, il brusco abbassamento di temperatura di aprile, con frequenti piogge e vento persistente, ha determinato una improvvisa frenata nelle attività delle api, che non uscivano più dall'alveare per cercare il cibo e che si trovavano in difficoltà nello scaldare le larve. Gli apicoltori sono stati così costretti a nutrire le api per sfamarle e per far sopravvivere la famiglia.  Un altro grave pericolo è la presenza della Vespa Velutina di provenienza asiatica. Durante il periodo della pandemia, che ha impedito gli incontri in presenza, l'Associazione ha gestito frequenti contatti on line che hanno affrontato, tra i vari argomenti, uno dei problemi più urgenti in discussione attualmente che è quello dell'aggressione degli alveari da parte di questo calabrone. La vespa velutina è un predatore che attacca le api in prossimità dell'alveare, uccidendole e recando un violento stress a tutta la colonia che riduce drasticamente e spesso irreversibilmente la deposizione di uova. La presenza di questo dannoso insetto è stata registrata attualmente anche in Liguria, da dove si dirige verso sud, verso il territorio di Massa, e dunque minaccia ormai seriamente anche l'apicultura toscana.

In commercio esiste una ampia scelta di mieli. Ci può orientare brevemente su questi prodotti?

Del miele, fin dall'antichità, si conoscono diversi usi, l'uso alimentare, l'utilizzazione nella cosmesi e un impiego terapeutico, testimoniato ampiamente nel mondo egizio, basato essenzialmente su straordinarie proprietà antibatteriche.

Si conoscono moltissime varietà di miele che esprimono un'ampia biodiversità. I corsi di analisi sensoriale del miele, organizzati anche dall'Associazione Api Cultura Toscana sono finalizzati proprio al riconoscimento delle varie tipologie, all'apprezzamento delle diversa qualità e  della gamma dei sapori.

Esistono numerosi mieli monofloreali e un miele polifloreale (miele di millefiori), tra i quali sussiste, oltre che una diversità di fragranza e di gusto, una differenza nei tempi di produzione. La produzione del mieli monofloreali coincide con il periodo di fioritura della specie vegetale di riferimento, la produzione del miele di millefiori ha una durata maggiore in quanto si protrae per tutta la stagione della fioritura delle varie specie e dunque per tutta la primavera e parte dell'estate, fino a luglio. Il miele, dopo la smielatura, vale a dire la raccolta del miele dai favi, da liquido diventa cristallizzato, tranne il miele di acacia e di castagno che non cristallizzano. Per liquefare un miele cristallizzato basta scaldarlo a bagnomaria non oltre 45° cosi rimangono inalterate le caratteristiche nutrizionali. La cristallizzazione del miele è un processo naturale che subisce il miele in breve tempo, essendo una soluzione sovrassatura di zuccheri.

Da un'arnia quanto miele mediamente si raccoglie?

Sopra l'arnia vengono posati i melari che contengono telai formati da celle di cera costruiti dalle stese api e che riempiono con miele .Ogni melario , una volta completo può contenere anche 18 Kg di miele, e durante le stagione con raccolto favorevole se ne possono aggiungere più di uno.

Può fornirci in chiusura qualche indicazione terapeutica sul miele, da aggiungere alla sua nota funzione emolliente e decongestionante delle prime vie aeree?

Sulla base delle proprietà antibatteriche e antiinfiammatorie del miele, si sta sperimentando di recente una vera e propria apiterapia, mirata alla cura delle affezioni polmonari attraverso l'inalazione di aromi particolari emessi dalle arnie. Esiste anche a Livornouna struttura che propone questo nuovo approccio terapeutico.

 

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